“Le due vite di Tu” di Aldo Cernuto

“Le due vite di Tu” di Aldo Cernuto è un romanzo appassionante, in cui si racconta
l’esistenza del protagonista seguendo la sua crescita anno dopo anno, da quando nasce a quando compie la maggiore età.

L’autore propone uno sguardo ravvicinato sulle famiglie disfunzionali, quelle in cui uno o entrambi i genitori pretendono che il figlio segua i loro desideri senza lasciarlo libero di esprimere sé stesso, e in questo modo si alimenta l’infelicità e il rancore all’interno del nucleo familiare. Già da quando è molto piccolo il protagonista deve sperimentare sulla sua pelle le frustrazioni materne: i genitori sono separati e la madre è ossessionata da suo figlio a tal punto da soffocarlo con le sue attenzioni; sono però premure malate, perché non permettono al bambino di sviluppare
una propria personalità e un proprio punto di vista sul mondo.

La donna tende anche a denigrare la figura paterna perché è piena di rabbia verso l’ex marito, e ciò contribuisce a far vivere il piccolo protagonista in un clima teso e stressante. Mentre cresce, egli sviluppa molte fragilità, che lo portano ad avere difficoltà di apprendimento e di inserimento sociale; la madre gli fa pesare ogni piccola sconfitta, perché lei ha riposto enormi aspettative sul figlio e non tollera che vengano disattese – «Pensi che hai paura di deluderla. Il bene che ti vuole va ricambiato con ogni sforzo possibile». Trascorrono gli anni e il protagonista sente
sempre di più la pressione della delusione della madre; l’autore narra con delicatezza della sofferenza del ragazzino, che vorrebbe solo essere amato per quello che è.

D’altra parte tutto il dolore e l’amarezza lo temprano e lo spingono a maturare – «Fortunate circostanze che non ti spieghi (o che ti spieghi solo in parte) hanno voluto che tu potessi abituarti alla sofferenza con una misurata progressione: dosi omeopatiche all’inizio e poi via via crescenti, secondo uno schema che ti sarà provvidenziale per comprendere non solo la mestizia e la morte, ma tutto ciò che sta nel mezzo. Per capirne soprattutto l’ordine gerarchico: c’è il dispiacere, e sopra a questo il dolore; c’è il dolore, e in cima a questo c’è quello per la morte; più su ancora, la morte di chi ami. E sopra a questa, più nulla».

Il ragazzo diventa uomo, e comincia davvero a occupare uno spazio nell’universo che sia solo suo; quando lo incontriamo dopo un salto temporale di una decina d’anni, comprendiamo la forza di chi sa trasformare il dolore in spinta ad agire, e i problemi in opportunità.

Contatti
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Link di vendita online
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