Oggi ospitiamo Letizia Vicidomini autrice del romanzo La ragazzina ragno edito da Mursia Editori. Letizia Vicidomini è cittadina onoraria di Napoli che raggiunge da vent’anni per lavoro e che è diventata scenario privilegiato delle sue storie.
Salve Letizia, benvenuta tra le pagine di Life Factory Magazine e grazie per essere qui in nostra compagnia oggi. Potrebbe raccontarci qualcosa di lei e della sua esperienza in ambito editoriale?
Grazie a voi per avermi aperto le porte del magazine, e per questa prima domanda alla quale rispondo molto volentieri. Intanto premetto che scrivere è un’esigenza cresciuta insieme alla passione per la lettura, che rimane un elemento imprescindibile per chi voglia raccontare storie. Ho esordito nel 2006 con un piccolo romanzo ambientato a Napoli intitolato “Nella memoria del cuore”, narrato su due piani temporali, il presente e il 1799, e imbevuto di un certo realismo magico che amo da sempre, così come la letteratura sudamericana. Il minuscolo editore, Akkuaria, stampò pochissime copie che andarono vendute immediatamente negli incontri di presentazione, tanto che in meno di nove mesi uscì il secondo romanzo, “Angel”. Da quel momento il cammino di scrittura è diventato serio: una pubblicazione con Cento Autori, il passaggio al prestigioso editore Homo Scrivens e al genere noir per i successivi cinque libri, con la benedizione del padrino Maurizio de Giovanni e tanti lettori che si sono affezionati a me anche grazie ai social.

A luglio 2021 è uscito il suo romanzo “La ragazzina ragno” per la collana Giungla Gialla della casa editrice Mursia. Potrebbe presentarlo ai nostri lettori?
Il passaggio a Mursia è stato un fulmine a ciel sereno, una gioia che mi ha regalato il
curatore della collana, Fabrizio Carcano, in tempi strettissimi per l’editoria. Era alla
ricerca di un giallo ambientato a Napoli, dopo che già altre città erano state raccontate attraverso altrettanti romanzi, e quando ha ricevuto il mio ha immediatamente cominciato a leggerlo. Dopo pochi giorni mi comunicava che ero ufficialmente entrata in Giungla Gialla, e che il libro sarebbe uscito a luglio. La storia è dura, affilata, parla di una certa adolescenza sbandata e priva di regole etiche che purtroppo è sempre più una realtà diffusa. Maya Musella, protagonista e vittima dei tempi moderni, è sufficientemente priva di scrupoli da gestire un commercio di video, chat e foto erotiche, insieme al fidanzato ventenne. Un filone di recente al centro delle cronache, con adulti convinti di poter comprare l’innocenza al prezzo di una ricarica telefonica e minorenni pronte a farlo, purché attraverso uno schermo. La ragazzina tesse una tela di relazioni, muove le sue pedine, ordina e gestisce chi la circonda. La famiglia non vede, il fratello maggiore è catturato dai suoi mondi virtuali, la scuola e la società sono sorde, per questo Maya muore. A condurre un’indagine del tutto anomala sono un commissario in pensione e una giovane cancelliera al Tribunale di Napoli, mentre un ruolo importante viene rivestito da Demo, ragazzo muto che vede, sente, elabora informazioni.

“La ragazzina ragno” mostra uno spaccato della città di Napoli duro e complesso: potrebbe dirci qualcosa di più in merito allo scenario che ha delineato?
Amo profondamente Napoli, pur non essendo nata in questa città meravigliosa e piena di contrasti. La realtà cozza continuamente contro gli stereotipi, anche se questi nascono da verità inconfutabili: la bellezza c’è, ed è ad ogni angolo, brilla in mille vicoli e chiese, ma spesso è accanto alla feccia. Occorre aprire gli occhi e guardare, sul serio, per apprezzare i tesori e combattere gli eserciti di ratti che emergono dalle fogne: solo così si può combattere il male, passo dopo passo. Il mondo di Maya è reale, lo vivo e respiro ogni giorno, come vivo e respiro la Storia e l’Arte, con la maiuscola. Cerco di non lasciarmi sopraffare, e invito a vedere, oltre che guardare.
Maya, la protagonista del suo romanzo, fa parte di una realtà molto più grande e pericolosa della sua giovane età. Come è nato questo personaggio e che messaggio ha voluto trasmettere ai lettori attraverso Maya?
Il personaggio è nato dall’osservazione di quello che ci circonda, dall’ascolto della gente, da piccole suggestioni quotidiane. L’immagine primaria che si è formata nel mio immaginario è stata proprio quella di una ragazzina volitiva e viziata, seduta al centro del suo lettino a gambe incrociate, che allunga metaforicamente le zampe per prendere ciò che vuole. Ordina e non ammette rifiuti, senza alcun limite alla propria volontà, come tanti degli adolescenti di oggi. Ovviamente poi la sua figura si è estremizzata, con la finalità precisa di raccontare una storia che scuota le coscienze, imponendo agli adulti un’attenzione che spesso manca. Maya è nata per dire ai genitori, alla società e alla scuola: guardateci, abbiamo bisogno che voi adulti ci mostriate la strada giusta per diventare grandi. Ai coetanei, invece, spero insegni a
capire dov’è il pericolo, e come affrontarlo.

Sta lavorando a qualche nuovo progetto per il futuro?
Ci sono tante altre storie nella mia testa, personaggi che aspettano di essere raccontati, sogni che ambiscono a diventare futuro. Desidero continuare a scrivere, con tutto il cuore. Fatemi gli auguri.
a cura di Caterina Franciosi
Categorie:Autori, D-Interviste, Libri
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