“La malnata” di Beatrice Salvioni

«Lucia è sicura da voi: ve lo dico io povero frate; e in quanto a voi, sentite bene quel ch’io vi prometto. Verrà un giorno…» profetizzava Fra Cristoforo a don Rodrigo.

Ma quando verrà il giorno dei cattivi ne “La malnata”? Me lo chiedo soffrendo maledettamente durante la lettura del capolavoro primo della giovane Beatrice Salvioni. Va tutto male, maledettamente male, come giocare a calcio contro il Real Madrid partendo in nove dal primo minuto.

Monza, marzo 1936, la fase storica è segnata dall’inizio della perdita di consenso da parte del regime fascista, che si avventura in una roboante quanto inutile avventura coloniale in Etiopia.

Un conflitto talmente fruttuoso che la popolazione è costretta prima a rinunciare al tè in luogo del karkadè, e poi alle fedi nuziali in oro per sponsorizzare i velleitari propositi di grandezza della dittatura. Si sta male anche in quella Brianza che assurgerà agli onori della cronaca nel secondo dopoguerra, patria delle prospere “fabbrichette”. Maddalena Merlini è una bambina di umili origini, chiamata da tutti Malnata (maleducata, screanzata, dannosa, disgraziata, sciagurata secondo le migliori traduzioni dal dialetto brianzolo) perché etichettata come portatrice di sciagure.

Ne subisce il fascino la coetanea Francesca, figlia di una famiglia di cappellai all’apparenza borghese, ma che deve le sue fortune alla protezione del gerarca fascista della città, l’intoccabile signor Colombo. L’autrice riesce da subito a farmi provare un odio istintivo nei confronti della madre di Francesca, capace solamente di adulare i potenti per il proprio tornaconto personale, oltre che per un’ostentata vanagloria, peraltro passata del tutto inosservata da parte dei concittadini. «Stolta, verrà il giudizio di Dio» – ti avrebbe ripetuto Frà Cristoforo. Più umano si dimostra il di lei marito, lucido nel capire le aberrazioni della classe dirigente, ma incapace di prenderne le distanze, anzi.

Le convenzioni, il culto della personalità verso il Duce, la mamma di Francesca vorrebbe una figlia ossequiosa dell’ordine costituito. La protagonista vive un tormento interiore, ma alla fine non resiste, preferisce andare al fiume assieme ai Merlini, aprirsi verso un mondo povero, ma autentico, meno conforme all’ordine costituito e più prodigo di calore umano. Narrazione fitta, che scivola rapidamente e ineluttabilmente nel melodramma, che consuma le vite tanto dei buoni quanto dei cattivi, degno prologo dell’abisso nel quale il continente europeo scivolerà pochi anni più tardi. Maddalena è la capostipite, poi arrivano Francesca e Noé: sono loro i veri eroi dell’intreccio, ragazzi che prima degli adulti riescono a capire la deriva nella quale il fascismo sta trascinando un’intera nazione. Gli italiani si dimostrano per buona parte un popolo stolto e maschilista, nel quale la donna è relegata a semplice procreatrice di figli. Tra alti e bassi, il legame tra Maddalena e Francesca cresce, superando prove da libro cuore, e la bieca diffidenza dei ragazzi del gruppo. Sempre i maschi, sempre loro: svegliaaa! Un inaspettato aiuto arriverà poi da…

No, non ve lo dico, dovrete leggerlo, per scovare i pochi esempi al maschile in positivo e come (pochi) altri troveranno il coraggio di cambiare. In un battito di ciglia, si arriva a quel finale che riprende proprio l’inizio della storia, con Francesca e la Malnata alle prese con il cadavere di un giovane da occultare: chi sarà morto? Chi pagherà le conseguenze di questa scomparsa del tutto inattesa? Leggetelo, almeno terrete anche a voi a battesimo l’astro nascente della lettura italiana, sezione romanzi storici; il suo nome è Beatrice Salvioni.

Vi riporto in calce un estratto che mi ha impressionato, e che mette in evidenza il diverso modo di vivere la fede ai tempi del fascismo.

“La messa al duomo era una cerimonia fatta per essere ammirata, per chi ignorava Dio e si preoccupava invece di far notare il proprio fervore a quelli che riempivano le prime file, a cantare meglio e più forte degli altri. Quella di San Gerardino era fatta per essere ascoltata, per chi di Dio aveva bisogno davvero”.



Categorie:Libri, Narrativa

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