Oggi incontriamo Anna Ferrari che ci presenta il suo ultimo romanzo
Dove trova l’ispirazione per i suoi libri? Dentro di me, da letture, da film. Di solito l’idea mi arriva all’improvviso in forma ancora grezza. Allora devo togliere tutto il superfluo e portare alla luce “la storia”.
Ci riassuma il suo ultimo romanzo Insondabile destino: La dedica del libro è “conosci te stesso”, il famoso pronunciamento dell’oracolo di Delfi. La storia prende avvio da questa verità che modula poi il ritmo di tutta la narrazione. Al centro di tutto c’è un misterioso taccuino, scritto in una lingua sconosciuta, che si scoprirà essere celtico; eppure, i Celti non usavano la scrittura. All’enigmatico taccuino sono collegate due donne, forti e determinate, Beatrice Sensi e Gwyny, lontane tra loro più di 20 secoli. Gwyny appartiene a una tribù celtica e vive con sua madre, Una, suo padre, l’arci-druido Ynyr e il suo inseparabile amico a quattrozampe Axl. In un’università italiana, la professoressa Beatrice Sensi si sta occupando di una ricerca per stabilire se siano esistiti contatti tra gli antichi slavi e i celti. Beatrice prende contatto con il professor Niccolò Malcovati, esperto di folclore russo. Tra loro c’è subito attrazione, e trascorrono un’appassionata notte d’amore. Nel villaggio di Gwyny, purtroppo, è successa una tragedia: Una non ha superato il parto. Oonagh è la nuova sorellina, tranquilla. Dopo qualche tempo, Ynyr annuncia a Gwyny che ha letto il suo destino: entrerà all’Accademia per diventare druidessa. Dopo non pochi intralci, intanto, viene affidato alla professoressa Beatrice Sensi il compito di decifrare il taccuino.

Che sensazione si prova quando si mette la parola fine a un’opera? “Ce l’ho fatta ancora!”
Nel suo caso lavoro e scrittura sono in simbiosi? Sì, lo sono sempre stati. Parole e insegnamento si sono sempre nutriti a vicenda.
Ricorda il primo libro che ha letto? Pinocchio.
Ha qualche fissazione o rituale quando si tratta di scrivere o leggere? Quando scrivo devo avere la mia Pelikan verde-nera pronta e piena di inchiostro. Quando leggo ho bisogno di tenere al caldo la pancia, di solito con un cuscino. Anche d’estate. Il silenzio, sempre.
Il suo luogo e momento preferito per scrivere? Alla mia scrivania, con tutte le mie cose, i miei “feticci”: segnalibri, matite, statuette, fotografie, quaderno, tablet e la grande libreria.
Quale scrittore o libro ha influenzato la sua scrittura? In primis, la mitologia greca che ho letto e studiato al liceo. Poi non saprei dire tra i tanti libri quale in particolare mi ha segnato. Senza dubbio, il mio modello è la scrittrice inglese A. S. Byatt.
Quali sono i suoi generi preferiti? Biografie, romance, fantasy di spessore, thriller intelligenti, su tutto i grandi romanzi dell’’800.
Il suo prossimo elaborato? Tante idee! Sto raccogliendo materiale per un saggio su “I cantori della vita”, quattro poetesse e un poeta della letteratura mondiale, di levatura a dir poco gigantesca. Sto aspettando la notizia di pubblicare i miei racconti, e sto per pubblicare in inglese. Questa vena creativa English l’ho scoperta da poco, e fluisce naturalmente quando tocco argomenti molto personali. Spero non si dica mai di me quello che dissero di Conrad! E poi ho steso il plotting e le prime 120 pagine un altro romanzo familiare, sto definendo il plotting, i personaggi e l’ambientazione di un romanzo fantasy in inglese. Infine, sto raccogliendo materiale per un romanzo storico costruito attorno ai Celti, re Henry II di Inghilterra e Leonardo.
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