Isabella dice che non è nient’altro che una donna di origini toscane che si è trasferita in una terra straniera – gli Stati Uniti – per voltare pagina ma, nonostante tutto, i suoi vecchi fantasmi polverosi l’hanno seguita…
Ciò che pensa il lettore invece, è che quel turbamento provocato da Sally, risulta inizialmente effimero e confuso ma pregno di mistero al punto tale da incuriosirlo come accade nei migliori incipit; e quindi la Torre Eifell prende forma non soltanto sulla copertina e la lettura si eleva come in un “viaggio” su Google Earth tra Boston e Parigi.
Ilaria Parlanti prima fa scorgere quella voragine, tra il detto e il non detto, in modo da predisporre i sensi ad accogliere visceralmente La verità, quella delle cose negate; poi, riparte, con più slancio e più coraggio. È pronta, e siamo pronti anche noi, ignari del fatto che il romanzo ci fagocita riga dopo riga.
Ogni tanto ci si ferma a riflettere, e meno male, tra tutte quelle parole sincere somministrate senza alcun filtro si rischia di non respirare e man mano ci si accorge che cavoli, ma veramente è una storia vissuta?!?
È vero piove sempre sul bagnato! Isabella da paziente diventa medico e pezzo dopo pezzo compone un memoir in cui l’animo umano si addentra in tutte le direzioni; evocando ricordi belli e brutti, rendendo alcuni attimi sviscerati all’infinito, l’immobilità dell’infinito, fino a quella sera, in cui Lei perfetta sembra una Cenerentola che vive il grande amore. A Parigi poi…
L’amore medicina universale. Una scrittura capace e prismatica che scorre avanti e indietro nel tempo, accelera e rallenta inesorabilmente, mentre rende empatici e sensibili con commozione e forte turbamento.
L’autrice spessissimo si rivolge al lettore, perché il suo intento è proprio quello di far arrivare la sua “vita” ai nostri cuori; lo accompagna quasi a farlo diventare un personaggio lui stesso nel retro del palco che osserva la scena.
Sicuramente un libro doloroso, specialmente negli ultimi capitoli è molto intenso e ricco di forti emozioni. Un libro che tratta principalmente il tema della disabilità e della rinascita di se stessi. Sofferenza e speranza, sconforto e urgenza di rinascita.
Ilaria Parlanti è un esempio per tutti e con la sua penna rende tutto anche poetico e animico, riuscendo a toccare corde interne di fede e intime certezze. Le riflessioni indotte sono anch’esse infinite, si potrebbe meditare riga su riga, parola dopo parola; sulla vita, sull’amore, sull’essere donna ma in ugual modo su l’essere uomo e comunque in qualsiasi caso sull’essere e chi scegliere di essere in questa vita.
Diversità visibili e disabilità invisibili, ecco ciò che siamo, la verità delle cose negate viene svelata insegnandoci “a trovare un motivo valido per cui ridere, anche nelle disgrazie.”

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