Il dolce sorriso della morte di Roberto Ottonelli

Qual è lo scopo di una recensione? Oltre a promuovere o demolire un
romanzo, scopo di chi scrive una recensione è di manifestare ciò che lo
scrittore non ha descritto nel suo libro. Questo avviene per due motivi cardini:
il libro ancora non era maturato nella testa e nelle parole dell’autore oppure
egli è stato così abile da comunicare tanto con poche frasi.

Il dolce sorriso della morte di Roberto Ottonelli (edito da Mursia) fa parte del
secondo genere di romanzi. Lo scrittore è riuscito, in poco meno di 240 pagine,
a trasmettere inquietudine, rabbia, delusione, paure e orrore. Questo grazie a
una scrittura vera e limpida, un racconto crudele, che entra nella psiche malata
di un uomo e ne ripercorre la storia fino alla trasformazione in mostro. E
mentre le pagine scorrono tra il passato e il presente di Marco Bordoni, in
contrapposizione troviamo l’antagonista, colui che deve scovare il mostro e
riportare la tranquillità: l’ispettore capo Barzagli. Le pagine si susseguono tra le
atroci azioni e la corsa del “buono” per poter sconfiggere il nemico. Il bene
trionferà?
E poi c’è la scena madre che ci svela l’orrore del Bordoni. È una rovente estate
siciliana, il ragazzo, allora solo un bambino, sta aiutando lo zio in alcuni lavori.
E vi è il vulcano, vi è la sabbia nera. La sabbia nera brucia, la sabbia nera può
portare fastidio agli occhi, alle narici, la sabbia nera irrita la pelle. La sabbia
nera sputata dal vulcano Etna. Esso deve espellere quello che ha in eccesso,
sfogando la sua rabbia rovina e distrugge e poi torna il sereno, come se, con
quello sfogo, rimettesse ordine al caos interiore ed esteriore. Ma la sabbia
nera difficilmente andrà via.
Il romanzo di Ottonelli mi ha posto due quesiti.
Il primo: le azioni di noi adulti sui bambini, sui nostri figli. Cerchiamo sempre di
fare il bene ma qual è il bene per loro? Troppo permissivi e taciturni o troppo
severi, il giusto mezzo dove si trova? Può un adulto con la sua rabbia repressa
sfogata su un bambino trasformare un innocente in un mostro? O vi è già un
germoglio all’interno della stessa piccola persona che viene alimentata dal
male?
Altra considerazione: spesso giustizia e vendetta si confondono e si mescolano
soprattutto quando rabbia e frustrazione sono tante. Ma, alle volte, anche la
stessa giustizia sembra qualcosa di incerta, che sfugge e non è oggettiva.
Quante persone hanno pagato per una colpa non propria? E quante persone
sono libere pur avendo commesso tante azioni crudeli perché non si è lavorato
bene? La giustizia fa sempre vincere i buoni? E chi sono i buoni?



Categorie:Gialli & Thriller

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