Un esordio autorevole, quello di Paola Sbarbada Ferrari (scrittrice benacense di origine mantovana) che è uscita in tutte le librerie italiane con il romanzo “Il casolare sull’aia” pubblicato da Gilgamesh Edizioni.
Il libro raccoglie e rielabora momenti ed elementi autobiografici, sviluppando una trama che mescola il passato famigliare. Tra le pagine di Life Factory Magazine incontriamo l’autrice

Qual è il suo rapporto con la scrittura?
Ho sempre amato scrivere: tutto è nato sin da quando frequentavo le scuole medie. La nostra insegnante di lettere ci ha sempre spronati ad esprimere noi stessi attraverso la scrittura, pertanto, oltre al classico programma da seguire, ci invitava a tenere il “quaderno dei lavoretti” sul quale ognuno di noi poteva scrivere una frase, un racconto, una poesia, semplicemente dando ascolto alla propria anima
Ci parli del suo libro Il casolare sull’aia:
La storia che volevo raccontare era dentro di me da tempo. Sentivo la necessità di scrivere della vita di Ivano e Dalila, due dei principali protagonisti -i nonni di Stella- nonché del loro amore e del grande legame con la nipote. Volevo mettere su carta le sensazioni che ho vissuto io in quella parte di vita che mi ha permesso di stare insieme ai miei amati quattro nonni. Quando poi ho realizzato come volevo organizzare il mio racconto, la vera protagonista è diventata Stella. Oltre ad aver prestato a Stella il sentimento verso i nonni, facendolo diventare il suo, ho descritto l’evoluzione di questa donna che, grazie proprio agli insegnamenti e ai consigli preziosi ricevuti dai nonni, pagina dopo pagina, troverà il coraggio di sbarazzarsi
di stereotipi e di uno stile di vita superficiale, arrivando infine a prendere decisioni drastiche ma che la renderanno finalmente una donna felice.
Quali sono le difficoltà che ha incontrato durante il suo percorso di scrittura?
La difficoltà vera è stata quella di voler essere semplice. E’ complicata, molto complicata la semplicità, sa? Mi dicono in molti che la lettura del mio romanzo è scorrevole e veloce. Era proprio il mio obiettivo: essere diretta e arrivare al lettore senza troppi orpelli.
Che tipo di scrittrice è?
Amo parlare e descrivere i sentimenti profondi, quelli che legano le persone per sempre e, al contempo, amo inserire quel tanto che porti ad una riflessione che, mi auguro, possa essere condivisa con il mio lettore.
Ha qualche hobby quando si tratta di scrivere o leggere?
Scrivere è una passione. Quando sono seduta alla tastiera, mi catapulto in quel mondo parallelo da cui nascono i personaggi. Quando leggo prediligo i gialli ed i thriller.
Lei pensa davvero che la scrittura possa avere delle proprietà terapeutiche?
Certamente, esattamente come quando si canta o si suona uno strumento. Come dicevo prima, mentre scrivo mi lascio trasportare in un altro mondo. Tutte le preoccupazioni svaniscono. E’ come vivere un’altra vita contemporaneamente, anzi, tante vite, quelle dei vari protagonisti. E’ davvero fantastico ed appagante.
Il suo prossimo scritto? Sono a metà del mio secondo romanzo. Sono molto entusiasta. Spero che possa essere in uscita già a fine 2023.
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