“I miei giorni alla libreria della felicità” di Cali Keys

Lucie fugge dalla sofferenza e ritrova la serenità nel cuore della Bretagna, insieme a un gabbiano e una ristretta cerchia di abitanti di Saint Malo, che condividono con lei ferite da cui guarire. Una storia deliziosa, velata di malinconia.

Lucie ama leggere ed è sempre stata convinta che il libro giusto al momento giusto possa fare la differenza nella vita di ognuno. Lavora con passione come educatrice e sogna di poter scrivere, cosa che fa appena ha un minuto libero. La sua vita procede tranquilla, fino a quando una tragedia indicibile si abbatte sulla sua famiglia. Per sfuggire al dolore immenso, Lucie lascia Parigi e si trasferisce a Saint-Malo, nella vecchia casa dei nonni. Vuole trasformare l’antico edificio in una libreria con caffetteria, che diventi un punto d’incontro per la comunità, e spera che essere circondata da nuove persone possa aiutarla ad affrontare la sofferenza. E così intorno alla grande casa cominciano a ruotare bizzarri personaggi, tutti in cerca di un nuovo inizio: Léonard, un ex bibliotecario vedovo e scontroso; Vivienne, una libraia che sta affrontando un momento difficile; e Camille, una giovane con problemi in famiglia. Cosa li unisce? L’amore per i libri. Insieme immagineranno mille progetti, a cominciare dalla creazione di una biblioteca di quartiere, che possa diventare una casa per tutti coloro che hanno bisogno del potere terapeutico della lettura.

Recensione

Lucie e Lionel hanno subìto una perdita troppo dolorosa e pian piano si stanno allontanando sebbene si amino ancora. I due coniugi non riescono infatti a unirsi e condividere il dolore. In special modo è la donna a non riuscire ad accantonare il senso di colpa e lo strazio; i ricordi sono una tortura. Quel che può aiutare Lucie è andare via da Parigi e trascorrere una “convalescenza” in una tranquilla villetta di famiglia a Saint-Malo, nella bellissima e marina Bretagna, affollata di gabbiani. Ne trova uno proprio al suo arrivo, un volatile simpaticissimo che si comporta più da cagnolino. La diffidenza da Coco – così viene chiamato – si trasforma in una convivenza quasi normale. I primi passi di Lucie la portano a incontrare Amandine, la gentile ragazza che gestisce il panificio e la pasticceria del paese e il vicino di casa Leonard, un vecchietto brontolone che rinuncia mai al dolce giornaliero alle mele. Anche l’uomo vive in compagnia di ricordi malinconici, ovvero quelli di una moglie che adorava, e un presente complicato per i rapporti infelici con la figlia. Inizialmente sembra improbabile un’amicizia tra vicini, invece Leonard, dietro all’atteggiamento burbero, possiede un cuore generoso.

Ad aggiungersi alla combriccola vi è la fallita libraia Vivianne, appena divorziata e orfana del suo negozio, spesso ubriaca per affogare i dispiaceri e l’odio verso l’ex marito, responsabile della chiusura. Infine, Camille, una giovanissima vagabonda, cacciata praticamente di casa dai suoi per divergenti vedute e Annike, l’energica mamma di Lucie, insieme al suo chihuahua Chichi.

Persone delineate, di età e aspetto differente, con qualcosa che però li accomuna. Tutti cercano un briciolo di serenità dopo delle batoste, ma la speranza è riposta in un’idea che mette a tutti euforia. Perchè non aprire una libreria barra caffetteria nella villa di Lucie, dato che lei è una scrittrice e gli amici appassionati lettori? Il progetto getta intorno ai personaggi una ventata di energia, solo che i percorsi burocratici rischiano di mandare tutto all’aria. Eppure, nonostante le difficoltà che si ammucchiano, non perdono l’obiettivo, Ce la faranno a realizzare questa nuova àncora di salvezza e Lucie ritroverà il coraggio di riallacciare il rapporto col marito?

Il romanzo è davvero molto carino e costellato di personaggi irriverenti e insieme malinconici, pieni in effetti di problemi legati a perdite di persone care e di autostima, il cancellarsi bruscamente degli obiettivi raggiunti a fatica. La perdita è infatti uno dei temi principali. Ognuno reagisce in maniera diversa: c’è chi aggrappa agli altri cari e trova in loro la forza, chi invece abbisogna di allontanarsi e cercare nuove esperienze, trovare conforto in sconosciuti che conoscono bene quel dolore. Il mio preferito è il vecchio Leonard, poichè la sua storia è romantica e tenera. Ma badate, la vicenda e la scrittura non sono sconfortanti. Il linguaggio trova spesso ironia e spensieratezza e vi metterà a vostro agio.



Categorie:Narrativa

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