Filippo Ferrante: ci vogliono imprese titaniche per realizzare se stessi

E’ un ritorno ad un sentire più autentico, come quello dei bambini che a carnevale si vestono da Orsetti blu sognando di diventare degli ‘eroi normali’. Filippo Ferrante è un cantautore pugliese già da diversi anni nel panorama musicale italiano caratterizzato da un sound ibrido tra pop-rock anglo-americano, cantautorato ed indie italiano.

Orsetti blu”, il nuovo singolo di Filippo Ferrante, racconta un sogno….parlaci di questo sogno….

E’ un sogno un pò fantasioso, dove c’era un vero orso che camminava forse slittava sull’acqua, forse un lago o il mare. Al risveglio l’ho accostato ad un vecchio cartone animato di Robin Hood. Da questo input ho iniziato a sviluppare un tema e nello specifico l’idea di accostarci alla nostra parte bambina non per me rivivere infanzia e spensieratezza o non solo per quello ma soprattutto per rientrare in contatto con quella parte di noi più “leggera”, meno vincolata a schemi e quindi più creativa.

Emanuele Formica. Come è stato collaborare con lui? Parlaci del video pure…

Con Emanuele ci avevo già lavorato qualche anno fa. Conoscevo la sua professionalità. Abbiamo cercato di creare una sequenza nelle immagini che sposasse il mood musicale del brano, il tema del sogno e di un testo a tratti psichedelico. Il contrasto a tutto ciò viene poi rappresentato da una storia comune dove la gente può riconoscersi: dunque la storia di una ragazza che vuole affermarsi e raggiungere i propri sogni ed è disposta (forse) a mettere tutto in discussione per farlo.

“Orsetti blu” è un ritorno ad un sentire più autentico, come quello dei bambini che a carnevale si vestono da Orsetti blu sognando di diventare degli ‘eroi normali’. Puoi commentare queste parole?

“Eroi normali” nel senso che ci vogliono imprese titaniche per realizzare se stessi. Entrare in contatto con il nostro sentire più autentico può aiutarci a comprendere che spesso è nella semplicità e nella spontaneità delle cose che si nasconde una realizzazione piena. Forse abbiamo già tutto quello che ci serve.

Quale è il filo rosso che unisce tutte le tue canzoni? Come prendono forma?

Il filo rosso penso sia forse un mood/sound malinconico. Mi auguro poi di riuscire a tirar fuori uno stile riconoscibile nella sua interezza dove il pubblico possa riconoscersi. Le canzoni prendono forma in modo diverso una dall’altra. Non ci sono regole: posso partire da una melodia, da un testo, da una parola o da un sogno appunto.

Siamo in un mondo in crisi economica, sanitaria e climatica. Quale è il ruolo della musica in questo mondo?

Forse permettere alle persone di rendersi conto che c’è tanta bellezza in questo Mondo oltre alle varie crisi. E alla fine farà la differenza dove decidiamo di porre la nostra attenzione.



Categorie:interviste, Musica

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