Hertzen: le influenze dark nella loro musica

Fuori dal 16 novembre “Secret Sins”, il nuovo singolo degli Hertzen. Il brano è il secondo estratto dal nuovo album del duo italo-brasiliano in uscita nel 2023.
 
“Secret Sins” rispetto al precedente brano ha un sound più frizzante, più sereno, vicino alla dance anni ’80. Questa volta i synth lasciano da parte un po’ di ombrosità per coinvolgere l’ascoltatore con un retrogusto di libertà.

Ciao Hertzen, parlateci un po’ di voi. Cosa significa il nome d’arte che avete scelto? 
Volevamo un nome che facesse pensare alle frequenze (Hertz). Il nome però lascia intendere anche “her zen” (il suo Zen), ed è proprio quello che per me, tra luce e oscurità, tra melodie e sonorità scure, sono le nostre canzoni, i miei testi e la mia musica in generale. Dentro a tutto questo trovo la pace. Dietro al nome della mia label c´è lo stesso concetto. La “t” invece richiama la croce e le influenze dark. 
 
May Rei italiana e Self brasiliano, come vi siete conosciuti? 

Ci siamo conosciuti nel 2017 in un forum online di musicisti e appassionati di sintetizzatori. Nel 2018 Self arriva in Germania. Solo così si poteva realizzare una band. Ricordo che volevo scrivere musica, volevo collaborare, volevo un team di gente che la pensasse come me, che prendesse la musica non come un hobby, come era solito fare nelle band di cui facevo parte.
 
Entrambi venite da due Paesi caldi e solari, com’è vivere in Germania? 
Io vivo in Germania da 15 anni ormai. Direi che mi ci sono abituata. Frequento poi contesti multiculturali, il che rende la mia vita sociale qui interessante. Tuttavia, credo che questo aspetto lo avrei cercato ovunque io fossi stata. La Germania e l’Italia sono due Paesi diversi per molte cose. Diciamo che sta a me cogliere il buono da entrambi. Alla fine però, è un po’ strano dirlo, ma non ci si sente di appartenere a nessuno dei due. Si è in qualche modo ormai “contaminati” dalle diverse culture. In Puglia poi ci torno di rado, circa una volta all´anno. Devo ammettere però che comincia a mancarmi tanto il sole e il mare. Per Self, invece, oltre allo shock culturale, c´è stato anche quello climatico. Spero voglia ancora rimanerci.  
 
Passiamo più al lato musicale: chi scrive i testi e chi le melodie? 
Quando Self mi dice “Wanna hear something?”, significa che ha creato un beat, una melodia, insomma un input per qualcosa di nuovo. Se ci piace, decidiamo di andare avanti e sviluppare il tutto. Lavoriamo separatamente – Self sulla composizione, sulle melodie; io sui testi, sulle voci – ma passiamo anche tanto tempo assieme in studio per lavorare sulle fasi di produzione. Dopo massimo quattro take delle voci, si comincia a lavorare seriamente, nel senso che il lavoro si fa più intenso e il tempo è sempre poco.
 
Nascono prima le melodie o i testi? 
Non ho mai scritto un testo senza aver prima avuto un input musicale e non credo lo farò mai. Voglio che sia prima la musica a comunicarmi qualcosa, a dettare legge. Io interpreto le sensazioni che quella musica mi da attraverso le parole. Lo stesso vale per i lavori del mio progetto da solista, May Rei. Insomma, per me prima viene la musica, poi le parole. Sui brani per Hertzen, può capitare che Self abbia una sua interpretazione della musica che è diversa dalla mia. Io gli racconto il significato di ogni mio testo. Ma questo capita anche con i video; a volte abbiamo visioni diverse. Ma va bene così, in fondo l´arte è interpretazione.
 
Qual è il brano a cui siete più legati? 
Ogni brano è speciale poiché è l’espressione di una parte di noi stessi, di un momento di vita, di un pensiero intimo o di una storia inventata. Difficile scegliere. Finora, credo però sia Secret Sins a stupirci perché è appena uscita. L`ascoltiamo ancora come se fosse la prima volta.
 
Parlando di “Secret Sins”, come è nato? 
Fa strano dirlo, ma quando Self mi ha fatto sentire le drums per la prima volta, ci siamo guardati e siamo scoppiati a ridere. Era qualcosa di un kitsch assurdo. A noi però piacciono le sfide, e così Self stravolge gli strumenti, l’arrangiamento e comincia a venir fuori qualcosa che ci riporta indietro nel tempo e che quasi voglia esprimere la voglia di lasciarsi andare a qualcosa di più vivace. Dopo un paio di bozze, mi lascio trasportare dal ritmo travolgente e così genero un testo ribelle e un canto libero. Il video che abbiamo realizzato nella cantina del palazzo dove si trovava il mio primo studio dimostra, infine, quanto il pezzo mi sia piaciuto interpretarlo.
 
Cosa potete anticiparci del prossimo album?
L’album uscirà i primi del 2023. Conterrà tredici tracce. Il titolo lo annunceremo i primi dell’anno. Non vediamo l´ora.



Categorie:interviste, Musica

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