Con una narrazione fluida, moderna, attenta e riflessiva l’autrice, Ida Sassi, ci porta a scoprire Io ti troverò, un giallo milanese che cattura l’attenzione del lettore
Salve Ida, benvenuta tra le pagine di Life Factory Magazine e grazie per essere qui con noi oggi. Ci racconti qualcosa di lei.
Sono una persona che ama i libri. Li considero i miei grandi amici. Ho scoperto la felicità della lettura da bambina. Leggere mi faceva conoscere mondi sconosciuti, mi permetteva di viaggiare nel tempo e nello spazio. Scoprivo anche, con grande stupore, che nonostante le immense distanze e le grandi differenze, i personaggi, pur vivendo vite tanto diverse dalla mia, provavano le mie stesse emozioni. Inoltre, attraverso la scrittura, riuscivano a esprimerle, cosa che spesso nella vita reale era difficile, se non impossibile.
Anche scrivere, per me, è una passione, un grande amore, anche se si tratta di una passione più complicata della lettura. La scrittura è un impegno che richiede studio, dedizione, umiltà, un lungo apprendistato seguito da un costante lavoro quotidiano.
È un lavoro che mi accompagna anche nei momenti in cui mi occupo d’altro, rari per la verità. Se sono in giro, in tram, in treno, in vacanza, immagino storie, episodi, e prendo nota su un quaderno. Aggiungo che sono un’attenta osservatrice. Osservo i luoghi, le persone, e ascolto con attenzione. Ascolto frammenti di dialoghi per le strade, i diversi modi di esprimersi. Per il resto, non c’è molto da dire. Vivo a Milano, sono divorziata, ho due figlie, amo gli animali.

Io ti troverò è il suo ultimo romanzo dedicato al vicequestore Guido Valenti e pubblicato sempre dalla casa editrice Leone Editore. Potrebbe presentarlo ai nostri lettori?
Io ti troverò racconta la storia di un incontro improvviso. L’incontro che può cambiare una vita. I personaggi si trovano a un bivio e devono prendere una decisione, compiere una scelta.
Il romanzo è il terzo di una serie ambientata a Milano. Il protagonista è il vicequestore aggiunto Guido Valenti, un uomo giovane, separato, con una figlia di nove anni, affiancato dal commissario Isabella Contarini e da una squadra che in questo volume si arricchisce di due elementi femminili.
Il racconto esplora la frontiera tra la vita quotidiana e la vita criminale, si interroga sulla presenza del male nelle nostre esistenze.
Lo sviluppo dell’azione è affidato all’intreccio profondo tra le vite dei personaggi e le loro riflessioni sulle indagini. Le vicende oggetto di indagine e le storie personali si combinano insieme molto strettamente. Le scene in cui vediamo Guido, o Isabella, nella loro quotidianità e intimità non sono una pausa narrativa, tutt’altro, sono scene importanti per l’evoluzione della storia, perché rappresentano i momenti in cui i personaggi si avviano ad avere l’intuizione risolutiva, l’idea vincente che permette di chiudere il caso.
In conclusione, Io ti troverò è un thriller emozionante, in cui due storie parallele si intrecciano, in cui Guido Valenti, la squadra e persino Isabella alla fine della gravidanza combattono contro il tempo dapprima per ritrovare l’avvocato scomparso e poi per salvare una bambina di due anni, rapita in pieno giorno in un parco di Milano. È una storia in cui niente è come appare e nessuno si comporta come ci si aspetta da lui.

Come è cambiato Valenti in questo nuovo romanzo rispetto ai precedenti?
Il protagonista Guido Valenti è un uomo normale, non è super eroe, ma fa cose eccezionali, perché non sopporta l’indifferenza, è capace di pietà, di empatia per il dolore degli altri, e non dimentica le vittime. È un uomo solitario, lunatico, impaziente, maniaco dell’ordine. Un uomo colto, aperto al dubbio.
Guido Valenti cambia e si evolve. All’inizio della serie, si scontra con la necessità di lavorare con gli altri. Non è facile per lui, la sua indole è portata alla solitudine, non alla relazione. Riesce a farlo con fatica, distinguendo la sfera privata da quella professionale.
Il mutamento più profondo, tuttavia, deriva dal rapporto con il commissario Isabella Contarini, esperta di informatica. L’incontro con Isabella, sin dal primo giorno, abbatte le barriere che Guido ha pazientemente costruito intorno a sé. La vita del protagonista è costruita tra solitudine e lavoro, ben protetta e difesa dalle emozioni. In Io ti troverò, Guido si trova di fronte alla resa dei conti: la relazione con Isabella non può rimanere in eterno su un piano professionale. Guido fa fatica ad ammettere quello che prova, ma sa che deve prendere una decisione.
Dalla prima pagina fino all’ultima, Guido cerca una specie di personale quadratura del cerchio, un cambiamento che salvi la stabilità della sua esistenza.
Quali sono le principali tematiche sulle quali ha deciso di soffermarsi in Io ti troverò?
Io ti troverò affronta un tema amaro, il valore della vita dei deboli: vecchi, bambini, persone sole. Gli assassini uccidono mossi dall’avidità. Sono benestanti e non hanno nulla contro la vittima, né vendetta, né amore deluso, nulla, se non un’occasione facile.
Come contrappeso, c’è il tema della nascita, della maternità e della paternità, intesa in un’accezione ampia, non solo biologica, come atto d’amore. Nel primo capitolo, uno dei personaggi più importanti salva un bambino in fuga da una sanguinosa rapina e decide di adottarlo: in questo modo gli dà una seconda vita.
Il tema centrale, che unifica le varie storie, è la reazione a un’occasione improvvisa. Il cambiamento non come inevitabile evoluzione dell’esistenza, ma come sorprendente, imprevedibile opportunità che il caso, il destino, la vita insomma ci presenta. Cosa fare? Per affrontare una svolta, bisogna avere coraggio, bisogna guardarsi allo specchio e compiere una scelta.
Sta lavorando a qualche nuovo progetto futuro, magari che riguardi sempre il vicequestore Valenti?
Certamente. Il ciclo dedicato a Guido Valenti e alla sua squadra non è concluso. Sto completando il quarto volume della serie e ho buttato giù qualche idea intorno a cui si svilupperà il quinto. Sono molto affezionata a questi personaggi e non ho intenzione di abbandonarli. Poi, c’è un libro a cui penso da tanto tempo, una storia di altro genere, ma è presto per parlarne, è solo allo stadio di progetto.
a cura di Caterina Franciosi
Categorie:Autori, interviste
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