Odio autorizzato

Le assemblee di condominio, il mostruoso rituale dei proprietari di casa, sono fatte per scannarsi e odiarsi in modalità autorizzata, cioè senza sensi di colpa né rimorsi, forse con l’unico rimpianto di non aver odiato abbastanza.

Nel nostro mondo, dove mors tua vita mea senza sconti a nessuno e senza pietà, il mostruoso rituale di cui sopra è un incontro da ring. È consigliabile salirci già nervosi; ideale se il nervosismo lo si accumula da quando si riceve la convocazione.

Io, se mi riduco tardi col nervosismo pregresso, spero almeno di arrivarci alla fine di una giornata di ordinaria follia: la metro mi chiude tre volte le porte sul naso, l’antivirus del PC non fa l’antivirus e cancella la posta elettronica, il capo, forse per questo o forse no, gli puzza l’alito più del solito, il semipermanente fatto il giorno prima salta a due unghie…    

Così bella carica a pallettoni, col bazooka nell’anima, so che durante il rituale potrò, in un sano crescendo, polemizzare verbosamente, discutere animatamente, urlare, sbraitare, aggredire chicchessia e poi infierirci, attenta solamente a esser più lesta, per non essere io vittima.

La trasformazione da essere umano a bestia è ineluttabile per chiunque e l’odio va, parimenti, al vicino di casa, all’amministratore, al direttore dei lavori, al presidente dell’assemblea, a chi colleziona deleghe.

Ci accaniamo sulle meschinerie con una determinazione che non ci riconosciamo in nessun altro frangente e di cui, in quel patetico palcoscenico di improbabili e parossistiche performance, siamo spudoratamente fieri.

E se il rituale si conclude con un nulla di fatto, ne siamo reconditamente appagati, perché presto potremo tornare a sfogare le insoddisfazioni della giornata e quelle della nostra intera esistenza, ovvero potremo presto tornare all’odio in modalità autorizzata!

Foto di Ryan McGuire da Pixabay



Categorie:Innocenti Ossessioni

4 replies

  1. Un gigantesco mostro che non si nasconde.. è lì in prima fila pronto ad aggredire…
    Brava, Luciana Pennino, i tuoi occhi e la tua penna sanno sempre dove andare…

    Piace a 1 persona

  2. Cara Luciana Pennino,
    nomen omen, un destino nel tuo cognome che non lascia dubbi sulla tua profonda e sferzante qualità raffigurativa con la penna.
    Hai espresso con eleganza e raffinata ironia uno scenario di “ordinaria follia”, racchiudendolo nello specifico contesto delle “assemblee di condominio” in cui tutti possiamo riconoscerci, ma che estenderei, senza tante eccezioni, a molti altri contesti sociali, dove l’uso di un “odio autrizzato” sta diventando purtroppo la nuova normalità.
    Grazie per le tue gioiose gemme.

    Piace a 1 persona

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