Roberto Ghezzi: presenta l’esposizione IMPERMANENTE

Sabato 24 settembre la galleria d’arte FABER presenta l’esposizione IMPERMANENTE di Roberto Ghezzi. Il centro concettuale della mostra è rappresentato dal progetto Naturografie©, che ha i suoi prodromi nei primi anni del Duemila e che definisce nuovi criteri di collaborazione tra Uomo e Natura, in cui tempo ed elementi naturali ridiventano protagonisti della creazione insieme all’artista. Una sperimentazione sulla possibilità di delineare un’operazione artistica in stretto contatto con la natura, tale da restituire un’immagine dell’impermanenza della sua azione, del suo divenire incessante.

Come nasce l’idea di creare un connubio tra Natura e Arte ?
È stato un lungo processo, germogliato dalle mie due grandi passioni, appunto l’arte e la natura, che inevitabilmente hanno finito per intersecarsi, prima in forma più lieve e poi, con l’attuale ricerca, in un profondo contatto. Le motivazioni, quindi, sono state molteplici, dalla mia formazione, ad esigenze creative, fino al periodo storico in cui viviamo che ci impone, purtroppo, certe emergenze che non possono essere ignorate in nessun ambito culturale.

Che valore ha, in questo momento storico-sociale basato sullo sviluppo tecnologico, una forma artistica che si prefigga di concentrare l’attenzione dello spettatore sul rapporto tra l’Uomo e l’Ambiente ? Credo che in un momento di cambiamenti epocali, come il passaggio dall’analogico al digitale, o  la crisi climatica, il recupero di un contatto autentico e non mediato con l’ambiente “naturale” che ci circonda più che una scelta di ricerca artistica dovrebbe essere una prassi diffusa e insegnata a tutti i livelli. 

Conosciamo tutti le problematiche socio-ambientali che stanno devastando l’esistenza stessa del nostro Pianeta: quanto può condizionare ed essere utile il suo lavoro “concettualmente parlando” per spostare l’ago della bilancia a favore di un cambiamento effettivo della prospettiva?
L’arte probabilmente non offre soluzioni ma può mostrare nuove vie per arrivare a quelle soluzioni. Un fenomeno osservato da un punto di vista inconsueto può far commuovere, può divulgare un problema, può far accendere la luce di una scoperta la dove non si era mai “cercato” perchè appariva troppo “folle” farlo.


Il suo modo di operare si può considerare “una forma nostrana di artigianato? Non saprei, beh ecco io mi ritengo ancora un pittore e ritengo le mie opere una forma estrema di pittura, in cui la parte “gestuale” è delegata a organismi e dinamiche che non controllo pienamente ma che posso stimolare e in qualche modo scegliere, almeno nei tempi e nei luoghi in cui si estrinseca la loro azione-creazione.

Le manca creare attraverso l’arte figurativa, da cui comunque lei stesso proviene?
Sì, e infatti riempio taccuini e faccio continuamente progetti con ogni tecnica prima di avviare il processo installativo, proprio perché ritengo che il disegno sia una forma insostituibile di contatto e conoscenza con un luogo. E poi mi diverte moltissimo, non potrei vivere senza..

Progetti futuri?
Molti, nel 2022 una mostra al Museo di Arte Contemporanea di Skopje e una al Fondaco dei Tedeschi a Venezia, e nel 2023 ancora Roma e Milano, ma non posso parlare di più. Diciamo che avrò molto a che fare con il Tevere..



Categorie:interviste, Mostre & Fiere

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: