TOLKINS: La musica è sempre un viaggio.

Mattia Del Conte in arte TolKins è un musicista e compositore milanese innamorato dell’oceano, della natura e cultore delle “Good Vibes”. Il progetto TolKins ha all’attivo un EP “Ain’t Givin Up” scritto assieme a Sandy Chambers e Richard Aardenburg e prodotto da Livio Magnini(Bluvertigo) e 2 collaborazioni internazionali con i dj Daniel Kostic (Svezia) e Stendhal (Russia).

Di cosa parla la canzone? Puoi raccontarci tutto per bene?  Karma Beach è una canzone che rappresenta per me un nuovo inizio. E’ un luogo che non esiste, dove ognuno di noi fa i conti con sé stesso e con il proprio Karma. La spiaggia è da sempre un elemento per me importante e che rappresenta il “mio luogo” di riflessione, dove posso stare in pace con me stesso, con i miei angeli e con i miei demoni.

Beppe Gallo di BSA Studios. Come è stato collaborare con lui? Beppe è un grande amico da tempo e nutro per lui una grandissima stima sia personale che professionale ed artistica. E’ stato per me un grande piacere ed onore collaborare con lui alla realizzazione del video di Karma Beach. E’ riuscito ad interpretare il mio pensiero e a trasformare perfettamente la mia musica in immagini.

Musica per compiere un viaggio. Puoi commentare queste mie parole? La musica è sempre un viaggio. Ogni singola nota ed ogni singola parola ci permette di viaggiare con la mente, di aprire una finestra su un ricordo, su un’emozione e di volare tra i nostri pensieri. Il bello dello musica è proprio quello, con la stessa canzone ognuno è libero di fare il proprio viaggio, unico e irripetibile.

Perché l’electro-pop tra tanti generi musicali? In realtà da sempre mi piace sperimentare e mischiare i generi. Non ho un genere preferito perché per me la musica è prima di tutto emozione e qualsiasi sonorità può regalarmi differenti sensazioni. Questo brano ha preso questa direzione ma non è detto che in futuro usciranno dei brani con un sound differente. Non mi piace essere legato ad un determinato genere ma dare ad ogni brano la libertà di esprimersi nel modo migliore.

Quale è la differenza tra suonare per se stessi e suonare per una band? Trovo che suonare per se stessi sia molto difficile e sfidante in quanto devi metterti a nudo ed essere convinto di ogni singola scelta presa. Per me non è stato sicuramente facile ma mi ha aiutato molto ed è stato in qualche modo terapeutico. Suonare in una band ha altre dinamiche e una delle cose più importanti è quella di capire le caratteristiche, le priorità e le necessità di ogni componente. Ogni realtà ha un suo delicatissimo equilibrio ed è importante trovare il modo giusto per andare d’accordo, per essere convinti sulle scelte. Per fare questo è fondamentale avere una grande stima e una grande fiducia per ogni singolo componente e poi (inutile dirlo) non smettere mai di divertirsi a fare musica assieme.



Categorie:interviste, Musica

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