Un’indagine nel cuore segreto di Napoli.
Rione Sanità, un quartiere a sé stante nel quale per sopravvivere senza lesioni bisogna nascere con gli anticorpi, bisogna nascere napoletani.
La famiglia Annunziata viene scossa da un triste destino.
I figli di casa vengono separati per sempre.
Raffaele, sei anni, viene dato alla famiglia romana degli Iacono; Peppino, diciassettenne rimane a Napoli.
Raffaele sarà sempre accompagnato da inquietudine, irruenza ed un senso di rabbia repressa… nonostante ciò riuscirà a coltivare l’interesse per la filosofia e la teologia fino ad intraprendere la strada del seminario e a farsi prete. Don Raffaele.
Peppino rimarrà se stesso perché già all’epoca della separazione le lacrime gli premevano dal fondo dello stomaco, ma si morse ferocemente un labbro e così continuò per sempre fino a diventare il capo, il boss. Don Peppino.
Dopo quarant’anni un prete romano viene mandato a tener messa alla basilica di Santa Maria alla Sanità… proprio quel Raffaele, figlio di quella terra di passione, fuoco e sangue.
Come questo romanzo ricco di intensità, sentimenti umani e molti reati fino all’omicidio. In una trama delineata da capitoli brevi e scorrevoli, Don Raffaele diventa il principale investigatore.
Un mashup di personaggi pazzesco, con caratteristiche e ruoli ben descritti, esaltando molti aspetti psicologici e sociologici, spostano, sotto alcuni aspetti, il genere verso un romanzo giallo fusion, piacevolmente contaminato da un’indagine umana su vizi e virtù.
I due fratelli rimangono i protagonisti dall’inizio alla fine, ma il divertimento è garantito da un intervallarsi di vicende familiari ben strutturate, portando a distrarre, confondere e scoprire il colpevole a sole poche pagine dalla fine.
La perpetua Assuntina, ricopre la nota di freschezza e piacevole leggerezza che si insinua nella drammaticità dei fatti.
Onore e fascino vengono conferiti anche all’ambientazione che ammalia sia la vista che il gusto e l’olfatto. Una volta letto vi assicuro che amerete la cover ancor di più!
“Un inganno per gli occhi, pensò.
I sensi potevano essere traditi, ma
non tutti insieme.
Ce n’era sempre uno che ti riportava alla
verità.”

Rispondi