Ed eccomi al secondo romanzo del mio carissimo amico “affetto dal morbo della sicilitudine” , malattia del cuore e dell’anima che lo porta a incidere su carta piccoli capolavori.
La chiamata alle armi per il giovane Ture Pileri arriva nel momento peggiore. Un tenero amore è appena nato con Rosa e la guerra rischia di spazzarlo via senza ritegno né rimorsi.
Ture saluta San Giorgio e la sua famiglia. La guerra chiama. La guerra non fa sconti.
Questo libro lo si vive, in ogni frase, parola, in ogni gesto lo si vive.
Ture ha la forza di un uomo che crede nel suo futuro. L’amore per la vita, per la sua famiglia e per la giovane “zita” lo rendono invincibile, un non vinto! Somiglia un po’ ai grandi eroi epici, ricco di valori veri e di sentimenti puri.
<< Le stelle gelide erano coperte dalle scie di fumo, dai lamenti, dalle urla […] Ma cantavano tutti dietro la ciaramella di Ture Di Nardo>>
Il pathos (ciò che smuove l’anima) qui la fa da padrone, la resa romanzata di una storia vera poi è il cardine imprescindible di tutto il testo!
Ho sorriso, ho pianto, ho pregato con i soldati, sono entrata nel cuore di Za Nunzia come madre e in quello di Rosa come innamorata.
Questo romanzo è un tale turbine di emozioni che descriverlo sarebbe ridurlo a misere parole.
Cristiano non è solo uno scrittore eccezionale, è un uomo che ha un anima nobile, un conoscitore attento delle sue origini e della sua Terra.
Interessantissima la scelta della narrazione tramite narratore onnisciente che, tassello dopo tassello, rapisce il lettore nella sua storia regalandogli emozioni che potrei definire “devastanti”.

Grazie. Onoratissimo delle tue parole che spero di meritare ❤️
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