Cosa induce un cittadino toscano a trascorrere un mese intero in un tempio buddhista tibetano? Salvatore Liggeri racconta la sua esperienza vissuta in un’altra dimensione spirituale e ci fa comprendere il bisogno di ritrovare se stessi e il senso della vita, al di fuori di una società egoista e caotica.
Una giovane coppia va a vivere per trenta giorni a stretto contatto con i monaci tibetani all’interno di uno dei monasteri più grandi d’Europa.
I protagonisti affronteranno un cammino impervio e tortuoso all’interno di sé, confrontandosi con culture lontane e misteriose, dove incontreranno personaggi straordinari con i quali dovranno convivere.
Durante il percorso spirituale, faranno esperienza di momenti e confronti intensi, che trascineranno il lettore all’interno di un mondo affascinante, alla scoperta di varie teologie, leggende e filosofie.
Un’indagine romantica, piena di leggende, devozione, passione e, soprattutto, volta alla ricerca di quella che diventerà a tutti gli effetti un’iniziazione spirituale ed esoterica.
A due passi dal Tibet è una storia da pelle d’oca, i cui temi affrontano i grandi dilemmi dei nostri tempi. Una storia non soltanto da leggere, ma da scoprire.
Il terzo romanzo di Salvatore Liggeri con la speciale prefazione di Simone Ruscetta, Speaker storico di Radio Bruno e autore Bestseller.
Recensione
Non è un racconto simile al film “Sette anni in Tibet” poiché l’esperienza di Simone avviene in un monastero situato nei pressi di Firenze, uno sprazzo dedicato alla religione più filosofica e meditativa, ovvero il Buddhismo. In noi avvengono molto spesso momenti in cui cadiamo nell’apatia e nella depressione, oppure veniamo oppressi da una routine troppo caotica, ipocrita e veloce, in cui ci si perde fino ad avere un’opinione di noi stessi influenzata dalla società.
Simone è un camminatore, ha affrontato diversi pellegrinaggi e ha deciso di scrivere della sua esperienza che lo ha accompagnato in una via illuminata, a contatto con la natura e una filosofia affascinante. Riuscito a convincere la sua compagna Sara ad affrontare questo ritiro insieme, anche se in stanze separate e impossibilitati ad avere contatti intimi, la coppia risulterà ancor più unita e serena alla conclusione del viaggio.
L’autore racconta che si può partecipare alla vita del monastero quali volontari, ciò significa che tutti partecipano a qualsiasi attività, incluse le pulizie e la cucina, ai ritrovi e ad apprendere gli insegnamenti dei maestri, i cui consigli e visioni delineano tasselli e passaggi, fino a raggiungere la comprensione. Certo, ognuno trae conclusioni soggettive e ne fa tesoro. Un gruppo di sconosciuti si ritrova a condividere passi importanti nella quotidianità, arrivando ad aprirsi e a confidarsi, anche lati tristi dell’esistenza.
Lo scopo di Salvatore non è elencare in dettaglio le sue giornate e le azioni dei monaci, ma divulgare la sua esperienza interiore. Si tratta anche del potere della natura, quella maltrattata ogni giorno a causa dal nostro menefreghismo o cupidigia. Benché silenziosa, la natura è in grado di comunicare, spetta all’uomo prestare attenzione e riuscire a capirla. Un piccolo viaggio nella spiritualità, originale, con un linguaggio alla portata di tutti, un libro piuttosto scorrevole e con messaggi da assimilare.

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