La principessa Cirilla si trova di nuovo al centro dell’attenzione delle potenze che governano il mondo del witcher Geralt di Rivia: per via di un’antica e lugubre profezia, il ruolo della principessa riveste un ruolo cruciale nel destino di regnanti e sudditi, di umani e creature magiche e fatate. Ciri è così costretta a lottare ancora una volta per la propria vita, e accanto a lei anche Geralt e Yennefer giocano la propria parte, muovendo a loro insaputa gli ingranaggi di un meccanismo che si farà di giorno in giorno più delicato e pericoloso.
Con Il tempo della guerra, Andrzej Sapkowski inizia a tirare le fila dei intrecci narrativi preparati nei precedenti volumi. Il clima di sospetto e attesa che impregnava le pagine del romanzo Il sangue degli elfi trova ora sfogo nel conflitto centrale di questa nuova avventura dedicata a Geralt, Ciri e Yennefer, in scontri
letali fra le varie potenze che governano l’universo ideato dall’autore. Di nuovo, Ciri è al centro di tutto, a causa del ruolo involontario e cruciale che la giovane principessa sembra essere destinata a ricoprire per via del suo sangue ancestrale e di un’antica profezia correlata a esso. Al suo fianco, Geralt e Yennefer, impegnati a combattere una guerra più grande di loro mentre tentano di scendere a patti con sentimenti
difficili e contrastanti. Il tempo della guerra rappresenta un traguardo importante nel ciclo dei romanzi di Andrzej Sapkowski. Il dado è ormai tratto e da questo momento in avanti niente sarà più come prima: cambiamenti profondi e determinanti sono ormai avvenuti e d’ora in poi i protagonisti saranno costretti a fare i conti con quanto
accaduto. Di nuovo, il romanzo si conclude con un finale aperto, che vede Ciri in una posizione spinosa: soltanto il prossimo volume riuscirà (forse) a fornire le risposte alle nostre domande.
Caterina Franciosi
Voto: 5/5

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