Chi crede nelle seconde opportunità? Io sì! Non credo nel continuo dare possibilità a chi sbaglia sempre e cerca giustificazioni o non impara dagli errori. Ma seconda possibilità può essere anche quella che diamo a noi stesse, alla nostra rinascita.
Perché possiamo sbagliare, dobbiamo sbagliare ma, a un certo punto arriva quel momento di fare pulizia del passato o delle relazioni nocive e ricominciare da zero. Come quando cambiano casa, traslocando selezioniamo quello che ci è utile portare nella nostra nuova vita e quello che forse non ci serve più perché non è utilizzato da anni, perché vecchio o rotto.
La storia di Giulia in Non dimenticarlo mai, scritto da Federica Bosco edito da Garzanti, ha un po’ questo sapore. Non dimenticarlo mai è un urlo a tutte quelle persone che credono di non meritare molto, tutte quelle che giustificano chi gli sta accanto anche quando vengono ferite, quelle persone che una mattina si svegliano e scoprono di avere un vuoto dentro. E quel vuoto, Giulia, crede si chiama maternità e il giorno del suo quarantanovesimo compleanno decide di avere un figlio.
Sarà un percorso lungo e doloroso anche perché il suo fidanzato non è molto di incoraggiamento. Giulia ha avuto un’infanzia strana a causa della madre ludopatica che non accetta di non essere stata una buona madre e che colpevolizza la figlia pur di negare, ma la nostra protagonista è riuscita lo stesso a crescere, realizzarsi e diventare un’affermata giornalista in una delle riviste più famose. Con Massimo, il suo fidanzato, vivono una relazione un po’ particolare, pur frequentandosi da anni sembra proprio che la loro storia sia rimasta a un punto acerbo e fino a poco tempo prima tutto questo per Giulia era la normalità, ma nel momento in cui vuole creare una famiglia noterà tante cose strane nel comportamento di Massimo.
Se all’inizio il romanzo sembra incentrato sulla fecondazione assistita scorrendo le pagine troveremo un livello diverso della storia in cui si parlerà di relazioni nocive e con relazioni non intendo solo quelle “romantiche” ma anche quelle famigliari o i rapporti di amicizia. Giulia è circondata da persone nocive e non fa nulla per allontanarle, anzi giustifica il comportamento altrui assorbendo la tossicità.
Chi ha incontrato nel passato persone tossiche le riconosce immediatamente perché sembrano seguire uno schema ben preciso nel loro comportamento e quindi li può allontanare o tenerle a bada. Pieni di sé, non ammettono mai i loro errori, li mimetizzano puntandoti il dito, sono loro vittime del tuo comportamento. E così Giulia dovrà ammettere chi ha davanti e per ricominciare, scegliere cosa portare nella nuova vita. La storia di una donna alla ricerca delle maternità si trasforma nella storia di una donna alla ricerca di sé stessa.
Ho apprezzato molto questa lettura pur non essendo stata in passato una grande fan della Bosco, quando si dice, le seconde opportunità. Consigliato a chi cerca una lettura piacevole ma piena di riflessioni.

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