Il libro di Francesco Leo è intriso di magia, oscurità, sensazioni, estremi, percezioni, dinamiche, indagini, occulto, riflessione, spiritualità.

Trama: Resti umani avvolti in sai bianchi raffiguranti un pentacolo. Quattro date incise in una grotta. Per il commissario Matteo Iardi quel macabro ritrovamento potrebbe essere la svolta nel caso che gli ha sconvolto la vita, la sparizione della sorellina Sofia, quarant’anni prima, una scomparsa che ha frantumato una
famiglia. E così che la vicenda personale del poliziotto si intreccia a quella di un serial killer che molto presto potrebbe colpire ancora. Con un ritmo serrato, tra magia nera e segreti sconvolgenti Francesco Leo in Cinque anime descrive una
pericolosa e avvincente corsa contro il tempo.

Un poliziotto a metà tra le sue anime e quelle dei delitti, tra un serial killer e i suoi ricordi, a metà tra il volere e il potere, il proprio mondo andato e quello attuale che si intreccia col passato continuamente, perennemente.
E così, tra un delitto e un altro, ecco che capiamo, leggendo, che in base agli eventi e ai loro cambiamenti, alle dinamiche che viviamo, noi siamo immersi in una sola anima e a volte in più anime, tutte contro noi stessi e a favore di noi stessi, perché non siamo più come eravamo prima ma non siamo nemmeno come siamo adesso.

Le anime che abbiamo indicano che siamo fragili, che cambiamo, che siamo costantemente immersi nella dinamicità eppure, alla fine, siamo quelli che siamo. Un po’ più rotti, un po’ migliori, un po’ chissà, chiusi in un loop spazio-tempo che ci indica la verità ma quest’ultima è molto ma molto relativa.

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