Per capire cosa significa una vacanza nelle langhe, dobbiamo partire proprio dal nome. Nel dialetto piemontese, langa, significa collina. La zona delle langhe (al plurale) identifica il territorio del basso Piemonte, tra le province di Cuneo ed Asti, ed è caratterizzata proprio da paesaggi allungati su sinuosi crinali e rilievi collinari modellati dal tempo e dal lavoro dell’uomo. I paesaggi vitivinicoli delle Langhe sono stati recentemente riconosciuti come Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, acquisendo così nuovo lustro.
Visitate ed assaporate queste terre con calma, camminando per i caratteristici paesini, percorrendo strade che contornano le colline ornate dai filari, fate una visita ai borghi medioevali, visitate qualche cantina degustando i migliori vini del territorio ed assaggiate l’ottima cucina locale.

Quando visitare le Langhe
Premessa: Le Langhe sono belle in tutte le stagioni.
L’alta stagione va da inizio settembre a inizio novembre, periodo di tartufi e di vendemmia. Questi mesi sono ideali per assaporare tutti i gusti che queste terre hanno da offrire. Il clima è mite, l’aria si permea di intensi profumi, e i panorami si tingono dei colori caldi tipici dell’autunno. Contro: i piccoli paesi sono presi di assalto da orde di turisti, quindi il rischio è di non trovare parcheggi né locali dove poter mangiare. Potrebbe diventare stressante anche fare una semplice passeggiata, ed i costi sono ovviamente più alti.
Personalmente ho avuto modo di visitare questo splendido territorio a dicembre 2021 ed è stata un’ottima scelta. I dislivelli collinari creano un particolare e piacevole microclima (non troppo freddo), la neve, tingendo di bianco le colline, creava un panorama fiabesco, reso ancora più suggestivo dalla caratteristica nebbia, sinuosa tra le morbide alture, come una seta sottile adagiata sul corpo di una donna. In lontananza, le Alpi imbiancate di neve incorniciano la zona regalando delle viste che tolgono il fiato. Eravamo davvero pochissimi turisti, e questo ci ha permesso di goderci a pieno il nostro soggiorno.



Cosa vedere e cosa fare
Più che altro mi verrebbe da dire, cosa non vedere e cosa non fare!
Per vedere tutto conviene soggiornare almeno una settimana, ma per darvi un’idea condivido con voi il mio itinerario di quattro giorni:
Il primo giorno abbiamo fatto tappa a Carrù, in provincia di Cuneo. Il paesino non è particolarmente caratteristico, ma non volevamo perderci la Fiera del Bue Grasso, una fiera davvero unica in cui vengono esposti meravigliosi esemplari di bovini adulti dal manto bianco, esemplari di assoluta bellezza, la cui carne, per i non vegetariani, è davvero prelibata. Non mi sono fatta mancare il bollito preparato dalla locale Pro Loco di Carrù. In occasione di questa festa viene organizzato il bollito NO-STOP, servito a diritto a partire dalle 6 del mattino.
La tradizione vuole che il giorno della Fiera del Bue grasso, tanto per cominciare, si faccia colazione a base di brodo e bollito di manzo, trippa e vin brûlé.
Si comincia a bere, mangiare e far festa fin dalle prime ore del mattino. Poi lungo la giornata si tengono i vari eventi e la passerella dei buoi.
Seconda tappa, assolutamente da non perdere, è Barolo (paese che dà il nome al famoso vino, ma in realtà è solo uno degli 11 comuni che producono questo nobile vino). Qui siamo nel cuore delle Langhe. Svettanti tra le colline rigate dai filari, i borghi della zona sono spesso dominati da antichi castelli rimasti quasi immutati nei secoli. Da non perdere il castello di Grinzane Cavour, dimora di Camillo Benso conte di Cavour, che prima di diventare presidente del Consiglio fu sindaco di Grinzane, prendendo a cuore l’idea di fare del Barolo uno dei più grandi vini al mondo (possiamo dire che ci è riuscito in pieno!).
Abbiamo scelto di soggiornare a La Morra, tappa perfetta per gli amanti dell’escursionismo e per gli amanti del turismo enogastronomico. Scattate una foto ricordo alla “Cappella del Barolo”, una piccolissima chiesa multicolore, ristrutturata dalla famiglia Ceretto, che stagliandosi davanti alle tipiche colline sembra un mattoncino della lego dimenticato lì da un gigante bambino.

La gita è proseguita con la visita di Alba, con il suo centro storico raccolto ed elegante, dove vedere chiese, passeggiare, fare acquisti ed assaggiare le più buone nocciole del Piemonte. Sabato è giorno di mercato, e la città si riempie di bancarelle alimentari e di prodotti caratteristici. Se come me siete golosoni fate una sosta alla Pasticceria Bar Cioccolateria “Bramardi” ed assaggiatevi dei variegati dolcetti Cuneesi.
Anche Monforte d’Alba merita una sosta. È un paesino medioevale, circuito dei Borghi più belli d’Italia, che tra l’altro ospita un anfiteatro a cielo aperto dove in estate vengono ospitati concerti jazz. I suoi gradoni ricoperti di erba ricavati dalla naturale pendenza regalano un’acustica spettacolare.
L’ultimo giorno l’ho dedicato al vino Barbaresco, che prende il nome da uno dei comuni in cui viene prodotto, nella zona della bassa langa. I borghi del Barbaresco si possono visitare in auto, o ancora meglio conquistarli con giri a piedi o in bicicletta. Salite assolutamente sulla torre di Barbaresco, per ammirare il panorama sulle colline, e dopo aver ripreso fiato, proseguite con una passeggiata nel piccolo comune di Neive.
Se vi rientra, non perdetevi una pausa pranzo a Bra, vivace cittadina alle porte del Roero, dove è nata, e si trova tutt’ora, la sede storica della Fondazione Slow Food. Qui non potete perdervi la famosa Salsiccia di Bra, salume della tradizione braidese, preparata con carni magre di bovino e pancetta di suino. È talmente genuina che può essere mangiata cruda. Noi l’abbiamo gustata in un panino con cipolla agrodolce. Che bontà!
Per maggiori dettagli sulle tappe (dove mangiare e luoghi visitati) fate visita alla mia pagina Facebook/Instagram @_traveleats_
Categorie:Relax e libertà, Tempo libero
Rispondi