Dodici anni. Dodici anni e uno sguardo vacuo, perso, incapace di vedere davvero. Come se fosse un automa, come se fosse un involucro atto a contenere un’anima imprigionata. I suoi occhi, infatti, non sbattono.
Sinossi: Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. E per quanto sembri impossibile, Gerber ce la fa. Riesce a individuare un innesco – un gesto, una combinazione di parole – che fa scattare qualcosa dentro Nico. Ma quando la voce del bambino inizia a raccontare una storia, Pietro Gerber comprende di aver spalancato le porte di una stanza dimenticata. L’ipnotista capisce di non aver molto tempo per salvare Nico, e presto si trova intrappolato in una selva di illusioni e inganni. Perché la voce sotto ipnosi è quella del bambino. Ma la storia che racconta non appartiene a lui.
Recensione:
«La morte la stava aspettando e adesso lei se l’era portata addirittura a casa. E fra poco, terminata la merenda, avrebbe finalmente parlato, annunciandole con voce innocente ciò che nessun essere umano vorrebbe mai sentirsi dire.»
Le palpebre sono fisse. Lo sguardo incute terrore. Agita, sembra guardare dentro e scrutare ogni più intima profondità. È ritrovato nella valle dell’Inferno in quel del Mugello, Toscana, da una allevatrice con i suoi cani, il ragazzo. Questi animali, lo temono. La donna sembrava invece destinata a quel ritrovamento con il suo risvegliarsi costante alle 3.47 del mattino. Interpellato è immediatamente Pietro Gerber, ipnotista che già abbiamo conosciuto ne “La casa delle voci”, opera che antecede questa. Subito Gerber resta colpito dal bambino. Comprende che viene “attivato” come se fosse un innesco e che da qui prende veramente vita. Gerber accetta le tre condizioni poste dal bambino-automa ma non crede in una sua possibile colpa. Ecco allora che inizia ad indagare, mettendo tutto a repentaglio, compresa la sua carriera.
«Ma è impossibile discernere un pericolo quando si nasconde dietro la maschera dell’ambiguità, si disse Gerber.»
Torna in libreria Donato Carrisi con il sequel naturale de “La casa delle voci” ma lo fa con thriller ben diverso rispetto ai precedenti perché interamente concentrato sull’aspetto dell’ipnosi. A riprova di ciò, come da note a conclusione dello scritto, gli studi apportati per sostenere le tecniche ivi riportate. La narrazione tiene un buon ritmo narrativo e si evolve senza difficoltà tra le mani del lettore che ne è incuriosito e affascinato. Il finale è aperto e questo fa ben sperare in un nuovo appassionante episodio di quelle che saranno le avventure con protagonista Pietro Gerber. Avvincente, emozionale, capace di sorprendere e incuriosire il lettore.

Categorie:Gialli & Thriller, Libri
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