Phill Reynolds: mi sono scrollato di dosso una certa comfort zone

World on Fire” è il nuovo singolo di Phill Reynolds uscito venerdì per Hoodooh con distribuzione The Orchard. Il cantautore one man band, in seguito alle sue perfomance intense e suggestive sul palco dell’attuale edizione di X Factor 2021, ci regala un brano intimo in cui mostra con sincerità i luoghi più profondi del suo animo.

Benvenuto sulle nostre pagine. Più di 500 concerti alle spalle, un’intensa attività live per tutto il mondo. Ci puoi parlare di un aneddoto/ricordo riguardo uno di questi?
Uh, ce ne sono a bizzeffe. Ma il primo pensiero va ad un concerto a Maquoketa, Iowa. Mi fu richiesto mentre ero già nel mezzo del tour americano del 2015. Quel giorno era day off per registrare la mia Daytrotter Session e l’organizzatrice sapeva (prima di me) che me ne sarei liberato per pranzo e che ero distante dalla sua venue poco più di un’ora. Soltanto che la venue era un gigantesco e meraviglioso fienile costruito dal nonno di Tiffany sul finire dei ‘50, il Codfish Hollow Barn, con tanto di tavolinetti sui bordi del palco con whisky e birre fatti in casa, nonché un impianto da 15.000watt. Per non parlare del backstage. Un luogo così magico e surreale da finire tatuato sul mio braccio destro. Vi parteciparono 400 persone, letteralmente esaltate ad ogni mio brano. Ciò che un galvanizzato contadino mi offrì subito dopo lo show mi stese per 3 ore, ma questa è un’altra storia.

Come è per te il concerto perfetto? Cosa non deve assolutamente mancare?
Un concerto perfetto deve avere un’audience attenta, coinvolta e rispettosa, una scaletta equilibrata, un impianto che sappia assecondare le caratteristiche del performer, che dovrebbe lasciare a chi ascolta ancora un pizzico di fame. Nel mio caso, aggiungerei che una buona bottiglia di rosso locale non guasta mai.

Hai suonato con Sigur Ros, una band che io amo particolarmente. Che emozioni hai provato?
Tutte! Scherzi a parte, un’esperienza magnifica, un grande onore; da spettatore / musicista poi, esaltante. Provai molto stupore e molta tenerezza quando, appena arrivato nel primissimo pomeriggio per il check, vidi un trasognato Jonsi guardarsi attorno beato, scarrozzato attorno al palco su di una macchinina da golf.

X Factor 2021. Cosa ti è piaciuto particolarmente di questa esperienza?
Due cose. La prima è essermi scrollato di dosso una certa comfort zone, e con successo: non era assolutamente cosa scontata trovarmi a mio agio sotto un’infinità di riflettori e telecamere con la consapevolezza di risultare sugli schermi di milioni di persone. La seconda è aver incontrato persone che stanno diventando amiche
ed amici. What’s best?

“World on Fire”, il tuo nuovo singolo. Di cosa parla? Ci puoi parlare della sua genesi?
World on Fire è una crasi tra una richiesta d’aiuto ed una supplica statica. Il protagonista, un ladro fuggiasco, chiede a questa non definita entità – una terra promessa? questa sua auto rubata? Dio? – di aiutarlo, di stargli accanto, di salvarlo dall’oscurità, ma allo stesso tempo le supplica di aspettare, di dargli tempo ed ossigeno esattamente lì dov’è, ossia in un nulla onirico dal sapore invernale,
avvolto dal fumo di ciò che attorno va diventando macerie. E’ nata come specifico episodio narrativo del mio prossimo album, in uscita nel 2022. Ricordo che il nucleo armonico fu abbozzato al piano di una delle sale dove stavo insegnando chitarra, diversi anni fa, il che mi spinse a non tradurlo in pattern chitarristici ma ad
ottimizzarlo con il polveroso calore del Fender Rhodes.



Categorie:interviste, Musica

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