Il secondo volume della saga inizia esattamente dal momento in cui era terminato il primo, riprendendo la storia con lo stesso ritmo.
Dopo un inizio descrittivo in cui vanno ad allinearsi vari tasselli inerenti i personaggi e le loro vite da studenti nel Giardino, il ritmo diventa via via piú incalzante e anche la sfera emotiva assume toni più forti (sarà che ho un debole per Lyght)
Per non fare spoiler (essendo un secondo volume) mi soffermerò sulle caratteristiche importanti del romanzo tralasciando la trama.
Una delle tematiche di fondo più preponderanti è sicuramente l’accettazione, vista come accettazione di se stessi e accettazione del diverso, trattata con grande sensibilità e perfettamente inserita nella trama e nel contesto.
Come con il precedente volume, ho iniziato e terminato la lettura in meno di due giorni, restando totalmente affascinata dalle “immagini” che riuscivo a “leggere” tra le righe!
Vorrei soffermarmi sulla cura incredibile dell’autrice nel presentarci ogni dettaglio di questo universo.
Abbiamo infatti la descrizione dettagliata delle quattro stirpi, con relativi stemmi e informazioni essenziali, nonché alcune informazioni esplicative alla fine del volume.
CURIOSITÀ:
Tra le caratteristiche del mondo elfico che più mi hanno convinto c’é sicuramente la “regola” che i figli di Minhar, creature pure e nobili, possano amare veramente una sola persona durante la loro lunga esistenza, facendo colorare quindi un unica volta il prezioso Lapis Vitae.
Per il nostro principe però Lyght le cose in realtà non sono così semplici infatti lui, il Re e tutta la discendenza reale, hanno su di loro “La Maledizione” , il loro Lapis sarebbe rimasto trasparente in eternità, causando profondo dolore nella persona amata.
Un ringraziamento speciale a Mariella per la bella persona che è. YE FAED YASH.

Categorie:Fantasy, Manga & Co, Libri
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