Rosario mastica rabbia… verso lo Stato, verso la povertà data dal destino e verso Brancaccio, anzi verso Brancaccio in effetti no.
Rosario ha dei sogni, lui vede un futuro, aspira a quel futuro con tutta la forza dei suoi diciotto anni, con tutto il bagaglio di dolore che si trascina da una vita intera.
Ma la vita non ti regala nulla, sopratutto se chiedi un favore al boss mafioso a capo del quartiere. Sopratutto se la tua ‘fidanzatina’ diciottenne da alla luce una bimba con una malattia estremamente grave.
Permeato di ‘saggezza filosofica” ma senza esaltazioni o ridondanze, nonché da un profondo rispetto per la letteratura, questo romanzo rapisce completamente il lettore catapultandolo in una spirale di ragionamenti sulla società e sui rapporti più profondi tra esseri umani.
“È questa la violenza dell’ amore: esaurisce chi lo dona, saziandolo; sfama chi ne necessita, affamandolo.
Rosario, Anna, la piccola Maria e Jonathan non sono indifesi davanti alla vita quindi, perché nella ‘violenza dell’ amore’ trovano la loto dimensione. Non è un amore idilliaco, né facile, è mare agitato e tempesta, è lotta costante, è desiderio di vita e di riscatto.
La caratterizzazione dei personaggi è totalizzante, risulta il punto cardine della narrazione stessa.
Il professor Battaglia è in assoluto la mia figura preferita in questo contesto, uomo colto ma libero da catene mentali,(protagonista di un affresco alquanto veritiero e negativo della scuola pubblica) mi ha ricordato con un affetto incredibile proprio il mio professore di Filosofia del liceo!

Rispondi