Un pamphlet che desacralizza l’oggetto libro, ne smitizza l’aura miracolosa e ne ridimensiona la missione salvifica di cui è stato caricato, soprattutto da chi i libri li ignora.
Niente è più dannoso al libro che innalzarlo sugli altari, mentre serve gettarlo in mezzo alla piazza così che sia letto o scartato perché, come ha scritto Schopenhauer, «Per ogni libro degno di essere letto c’è una grande quantità di carta straccia».
I libri non rendono le persone migliori: non c’è casta come quella degli intellettuali più percorsa da invidie, gelosie, rivalità, egoismi, ipocrisia. Leggere non deve essere un imperativo – lo ha già detto meglio di tutti Pennac – né di legge né morale. E non tutti i libri sono intoccabili. La sacralità del testo deriva solamente da ciò che la singola opera sa comunicare e meritarsi nel corso del tempo: ecco perché un classico non è paragonabile al bestseller di una stagione.
Anna Ardissone
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