Unici come “Aquiloni” La metafora di Stefano Colli che lancia il suo album di esordio

“Aquiloni”, in radio e negli store dal 5 febbraio, singolo di lancio dell’omonimo album di esordio di Stefano Colli, è finalmente accompagnato da un videoclip, diretto da Riccardo Sarti, in anteprima su SkyTG24 il 12 febbraio e su YouTube dal 15 febbraio ( https://youtu.be/uM81IRo-SIU ).

Dopo le esperienze televisive del Festival di Castrocaro (RAI 1) e di The Voice of Italy nel Team Gigi D’Alessio (RAI 2), e successivo ai due singoli “Crudele” e “Guarda la notte”, Stefano ha raccolto le sue idee e la sua ricerca artistica in un album davvero particolare e sincretico dal punto
di vista artistico. Ci parla di “Aquiloni” – brano e album –Stefano stesso…

Di che cosa parla “Aquiloni”?
Dal punto di vista tematico, possiamo definire “Aquiloni” un inno all’unicità dell’essere umano e alla continua ricerca del senso profondo della vita, in cui ogni uomo è protagonista spaesato. Una ricerca che a volte lo mette nella condizione di voler abbandonare tutto; ecco, con “Aquiloni” voglio ricordare e sottolineare l’unicità e il valore di ognuno di noi, la ricchezza del proprio mondo interiore, nella diversità di essere e di amare. Se gli aquiloni, nell’immaginario collettivo, rappresentano la libertà, nel brano diventano anche emblema dell’essere umano, sospinto da venti
e correnti che sembrano guidarne il percorso; l’uomo è un aquilone che percorre il suo tragitto, il cammino della vita, evolvendo ad ogni incontro, evento, esperienza, bella o brutta che sia, ma restando libero e sempre più consapevole della propria identità ed unicità. Il testo vuol essere, pertanto, un appello e una rivendicazione di tale libertà e, al contempo, della necessità e del diritto di proteggere la bellezza che ancora rimane in noi e attorno a noi.

Come nasce invece l’idea dell’album “Aquiloni”?
Dopo un lungo periodo di ricerca, sperimentazione e scrittura insieme al M° Giancarlo Di Maria e Parametri Musicali e dopo aver pubblicato due singoli (“Crudele” e “Guarda la notte”), io e Giancarlo avevamo voglia di raccogliere tutto il nostro lavoro in un unico progetto che fosse in grado di rappresentare questo percorso. Personalmente sentivo l’urgenza di esprimere dei concetti che mi stanno particolarmente a cuore. Per farlo ho deciso di ricorrere all’uso di più linguaggi
artistici che potevano scindersi tra loro e coesistere solo ricorrendo all’album musicale, la formula del singolo non era di sufficiente. In primo piano naturalmente la musica e le canzoni; poi il racconto breve sotto forma di favola per adulti che abbiamo scelto di utilizzare come prologo e che racchiude al suo interno già tutte le tematiche contenute nel progetto; infine le illustrazioni che accompagnano il booklet allegato al disco fisico.

Come è nata la collaborazione con Rebecca Pecoriello?
Con Rebecca ci siamo conosciuti a Verona durante l’allestimento di uno spettacolo teatrale che abbiamo portato poi in tour per due anni in giro per l’Italia. E’ nato da subito un rapporto di amicizia meraviglioso, e ovviamente tra noi c’è grande stima e sintonia artistica. Proprio durante questo periodo Rebecca ha scritto due dei brani contenuti nel disco: “Aquiloni”, appunto, e “M’innamoro al buio”. Sono nati entrambi dai momenti che abbiamo vissuto insieme e dalle esperienze che ci siamo raccontati e donati a vicenda tra il camerino di un teatro e un spritz davanti all’Arena!

In quest’album ti avvali di molte collaborazioni importanti, cosa ti ha lasciato ciascuna di esse?
Per me le collaborazioni hanno sempre rappresentato un aspetto molto importante del mio lavoro, si tratta ogni volta di una grande occasione di crescita. Con Iskra ci conosciamo da tantissimi anni, con lei ho condiviso tantissime esperienze, calcato per la prima volta palcoscenici importantissimi, gestito una scuola di musica e grazie a lei ho conosciuto quel genio senza tempo di Lucio Dalla. Ci tenevo moltissimo che fosse presente anche nel primo progetto discografico e lei ha accolto subito la proposta con grande entusiasmo e disponibilità a mettersi in gioco. Per quanto riguarda Giò di Tonno e Ivano Marescotti invece, ci eravamo incontrati in diverse
occasioni ed eventi, ma non li conoscevo personalmente. Si tratta di due artisti immensi che stimo e seguo da sempre e, attraverso la loro presenza , mi hanno fatto un regalo incredibile.

Qual sono i tuoi progetti dopo l’uscita del tuo album? Il tuo sogno nel cassetto? Nonostante il periodo terribilmente incerto, ho avuto la fortuna di lavorare (durante quei pochi mesi in cui i teatri sono stati aperti da Agosto a Ottore 2020) ad un nuovo spettacolo prodotto da Fondazione Aida di Verona con la regia di Manuel Renga: “Il Gruffalò”, commedia musicale tratta dal bestseller di Julia Donaldson e Axel Sheffler tradotto in oltre 30 lingue in tutto il mondo. Nel cast insieme a me ci sono Federica Laganà, Giuseppe Brancato ed Elisa Lombardi. L’obiettivo quindi è quello di ripartire in tour con questo spettacolo appena sarà possibile e naturalmente
promuovere questo progetto discografico a cui tengo tantissimo, e far volare questi “Aquiloni” il più a lungo possibile.

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Aquiloni di Stefano Colli - l'album d'esordio targato Pms


Categorie:interviste, Musica

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