La percentuale di coming out nelle donne è più elevato che negli uomini e farlo non dovrebbe essere una vergogna, ma una prova di forza per combattere la persistente e silente omofobia che regna, specie nello sport.

Questa differenza è data, forse, perché il mondo femminile è più intrepido o perché non si vergognano dei sentimenti, delle emozioni e di chi amano oppure dal fatto che lo sport è il machismo per eccellenza. Quindi, per un uomo, sarebbe un affossamento della carriera dichiarare la propria omosessualità. Mentre la donna che cosa ha da perdere, visto che sportivamente viene poco considerata?
Prendiamo come esempio lo sport più conosciuto nel mondo: il calcio.
Perché se la donna gioca a calcio vuole dire che è omosessuale, mentre se un uomo si depila totalmente è uno sportivo? Questo è uno dei misteri inspiegabili e non sempre è così in entrambi i casi. Infatti, ci sono tante sportive etero e rimanendo nel calcio si può fare l’esempio di Alex Morgan, famosa, bravissima e bellissima calciatrice americana che milita nel Tottenham.




Alla base della significativa differenza tra sportive e sportivi è quella che la donna è più propensa e più coraggiosa nel fare tranquillamente coming out, specie se ci spostiamo all’estero. Scopriamo così che tra le tante coppie spiccano Alexandra Krieger e Ashlyn Harris, calciatrici negli Orlando Pride, della Nazionale americana, influencer e compagne nella vita (n.d.r. matrimonio 12.2019).
All’annuale Ally Action Award hanno detto: “Lo sport deve essere parte integrante e non ci dovrebbe essere discriminazione, ma integrazione con l’aiuto di tutti. Bisogna essere orgogliosi di chi siamo… non ci deve essere più l’omofobia, sessismo e razzismo, ma uguaglianza in quella bella diversità che ognuno di noi possiede.“






Oppure Megan Anna Rapinoe, riconoscibile per i suoi capelli color rosa, premiata nel 2019 con il Pallone d’oro come miglior giocatrice dell’anno nonché fidanzata con la cestista americana Sue Bird.
Possiamo continuare con gli esempi, ma a che pro?

Le percentuali parlano chiaro, il coming out nelle atlete è nettamente maggiore che negli atleti, se rimaniamo nei confini nazionali si possono contare sulle dita di una mano quelli italiani.
Certo ci sono stati dei coming out maschili, ma solo quando la carriera è finita e sono prossimi al ritiro. Sono essenzialmente molto pochi quelli che lo fanno nel pieno della loro attività agonistica. Ultimo in ordine cronologico il ciclista Justin Laeven, ed è il primo ciclista professionista a dichiararsi gay. Certo evitare di dirlo è una protezione contro azioni omofobe che ancora persistono.

Ma è proprio questo silenzio ad alimentare le angherie, solo quando si troverà la forza di vivere la propria essenza alla luce del sole si abbatteranno i muri dell’ignoranza.
Proprio oggi che si festeggia l’amore possiamo dire Love Is Love
Categorie:Community, Girl power
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