Approcciarsi a un grande classico come Il vecchio e il mare di Hemingway attraverso l’ascolto di un audio libro è stata un’esperienza veramente particolare.
Non credevo di potermi appassionare così tanto a una storia simile, molto marinaresca, in cui i protagonisti sono un vecchio pescatore e la sua preda.
Mi è sembrato di vivere in prima persona ciò che il vecchio ha vissuto e provato durante i tre giorni in mare, mentre lottava con se stesso, con gli elementi naturali e con suo “fratello” il Marlin.
Non è la storia di un pescatore ma è la storia della vita intera, di un uomo che affronta il mondo, che combatte con le avversità con il coraggio indomito della coscienza.
Protagonista indiscussa di questa lettura infatti è la lotta dell’uomo con la natura ma soprattutto il rispetto di una vita verso l’altra. Per Santiago è una questione di sopravvivenza uccidere il Marlin, ma in realtà è anche un po’ l’orgoglio a spingerlo in questa impresa da cui non sa se ne uscirà vivo.
La scrittura è talmente intensa da far male, le ferite alle mani le sentivo anch’io così come il freddo e l’angoscia per la riuscita dell’impresa.
“Non hai ucciso il pesce soltanto per vivere e per venderlo come cibo, pensò. L’hai ucciso per orgoglio e perché sei un pescatore. Gli volevi bene quand’era vivo e gli hai voluto bene dopo. Se gli si vuol bene non è un peccato ucciderlo. O lo è ancora di più?”
La pesca diviene un pretesto, un mezzo per continuare a conversare fra sé e l’eterno, il pesce combatte per la propria sopravvivenza. Santiago lotta per dimostrare a se stesso di avere ancora un valore e un orgoglio, di essere superiore a un periodo di pesca sfortunata e alla vecchiaia.

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