Inutile, il mondo sportivo femminile passa come una notizia di second’ordine, tranne quando porta qualche medaglia, allora le donne sono stupende, bravissime e ineguagliabili; ma il giorno dopo tutto torna nel dimenticatoio.
E’ indubbio che le donne devono dimostrare, dall’atletica al calcio passando per il basket e l’automobilismo, dieci volte tanto il loro valore in un campo che è “pensato” per il genere maschile.

Sicuramente le discriminazioni più grandi le si ha nel settore automobilistico e calcistico. Prendiamo il mondo del pallone: giocano i classici 90 minuti e anche di più con il recupero, sono competitive e si fanno male. Non c’è evento atmosferico che le ferma e non si risparmiano nel correre dietro a una palla e qui possiamo chiamarla passione, quindi meritevoli di equale considerazione.
Sono donne, sono calciatrici, sono praticamente sconosciute e sotto pagate, come negli altri settori sportivi, se facciamo un confronto con i colleghi uomini. Giusto per fare due calcoli: una calciatrice italiana percepisce 40.000€ lordi all’anno e non ci sono i contributi previdenziali. Stessa cifra per quelle americane, ma la loro buona sorte sono gli sponsor e, negli ultimi tempi, essere diventate delle influencer. Possono ritenersi più meritevoli le giocatrici all’estero; la norvegese Ada Hegerberg, che milita nel Lione, ha la fortuna di guadagnare 400.000€ l’anno ed essere così la calciatrice più pagata.

Un calciatore? Meglio non scrivere certe cifre.
Anche gli sponsor sono meno propensi a interpellarle. Eppure non ci sono molte differenze in quello che fanno: calciano, corrono, cadono, subiscono e fanno fallo, sudano e si arrabbiano (forse più degli uomini).

Allora perché continuare nella disparità salariale? Perché non dare il giusto risalto nella pubblicità e in televisione? Perché il mondo non riesce a mettersi al passo con i tempi, con i cambiamenti e con l’uguaglianza di genere?
Le donne si sono sempre battute contro le discriminazioni e lo faranno sempre, difficile zittire una donna, anche se si hanno provato in molti.
Si parla tanto di equità e alla fine ci perdiamo in un bicchiere d’acqua, continuando nel 2021 con un’ottusa convinzione atavica: lo sport è maschile e la donna è delicata, e qui si potrebbe anche ridere.
Ricordiamoci che la donna è quell’essere umano che continua la discendenza, anche maschile, e signori: partorire non è una cosa delicata, né indolore e nemmeno dolce.

Categorie:Community, Girl power, La FORZA, NoiDonne, Per dire BASTA, Sport
Bellissimo articolo Stefania e molto significativa la foto che hai scelto della prima donna a correre una maratona che a Boston venne insultata e strattonata dagli spettatori e da alcuni degli atleti maschi.
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