Quando la democrazia è mutilata e l’uso dei social un fallimento

Ormai tutti quanti siamo social e possiamo affermare che sono anche il mezzo più veloce per arrivare alle masse, comunicando rinnovamento ma anche violenza, disagio e destabilizzazione.

È questo che è successo a Washington il 6 gennaio 2021. Scene che, in un’America democratica e all’avanguardia, non pensavamo mai di vedere. Eppure è successo con grande rammarico e sdegno da parte di tutti.

C’è qualcuno che si può incolpare? Forse sì. Si poteva evitare? Sicuramente sì. È una perdita per la democrazia? Sì!  È la vittoria di qualcuno? No.

Possiamo anche chiederci quanto i social sono vittime o propagatori, ma credo che la risposta sia difficilmente identificabile, perché l’intelligenza e il discernimento tra giusto e sbagliato sono labili; i confini sono mal delineati e le masse sono predisposte a immolarsi, ben consapevoli del finale, per seguire un capo branco che sbraita più degli altri, trovando delle piattaforme lente nel bloccare determinati pensieri dispotici e lesivi verso una democrazia che gli avi hanno duramente conquistato.

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