Buongiorno readers, Come sono i Diciassette anni dei giovani di oggi? Felici e spensierati, ingenui e pieni di vita, superficiali e menefreghisti, o questa visione è solo legata ad un’idea che gli adulti hanno costruito? E se fosse solo una loro idea generale, quanto rispecchierebbe la realtà?
Trama: Cosa c’entrano tra loro Harry Potter, Mozart e Robin Williams? Cosa confiderebbe un macellaio romano di nome Giulio al suo omonimo “storico” Giulio Cesare, se solo potesse parlargli? E ancora, quali sono le sensazioni che un ragazzo di diciassette anni ha sul mondo che lo circonda e a chi vorrebbe raccontarle? Un epistolario che parla attraverso voci differenti, accomunate da una resilienza che le ha spinte a non mollare, fino alla fine. Una raccolta di lettere dal sapore antico e moderno, che ha l’obiettivo di offrire speranza a una società apatica, ma soprattutto di aprire una finestra tra due mondi spesso distanti, quello degli adulti e quello degli adolescenti.
Lo scrittore ci propone un insieme di lettere intrise dai reali sentimenti e dalle sensazione che gli adolescenti di oggi provano. Perché non è un mistero che anche in questa fascia d’età si possa amare profondamente, conoscere la depressione, avere paura del futuro e soffrire per le cose più banali.
Quello che l’autore rivela tra le pagine è quella verità che gli adulti vorrebbero non sapere poiché sperano che tutto quello che li affligge non lo provino anche i giovani.
Create il vostro mondo di fantasia. Siate geniali e non smettete mai di sognare. Chi smette di sognare, smette di vivere. (dalla lettera di Robin Williams)
In questo libro c’è la voglia di raccontarsi e mostrare quello che il mondo rappresenta, per poter risolvere i problemi e cercare di capire qual è la strada giusta per il proprio futuro.
Con una scrittura leggera e a tratti quasi poetica, lo scrittore trasporta il lettore attraverso un mondo che parla della bellezza della cultura, dell’educazione e di come è sempre corretto avere una visione propria della realtà, non legata al “sentito dire”.
Una sfrenata corsa che come tappe ha sogni, speranze e tante riflessioni.
Parla di errori di oggi, guardando ai successi futuri e ai miglioramenti, affermando che non si può pretendere che la gente non commetta errori, ma si può evitare che si ripetano e che tali errori definiscano ciò che la persona in torto rappresenta.
Infine lo scrittore pone una critica nei confronti degli adulti, dicendo che non possono dimenticare com’è essere bambini e allo stesso tempo non devono costringere gli adolescenti a crescere troppo in fretta, ponendo sulle loro spalle problemi che alla loro età non dovrebbero essere presi in considerazione.
Castellucci afferma che gli adulti criticano gli adolescenti per i loro comportamenti e li sobbarcano di responsabilità, senza però ricordarsi che un tempo hanno avuto anche loro quella età e hanno vissuto le stesse paure, lo stesso senso di inadeguatezza e il forte bisogno di trovare degli amici con cui condividere esperienze.
Un libro che mi ha lasciato piacevolmente colpita e che racchiude una forte speranza verso i giovani.
È colpa di quel maledetto giorno in cui l’uomo inventò il termine felicità: da quel momento ha smesso di essere felice per capire il significato della parola.
Toccante, intenso e pieno di speranza, una lettura che cambia il proprio modo di vedere gli adolescenti e i loro sentimenti.
Paper purrr – Martina

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