Le serie più belle sono quelle che, quando terminano, i personaggi ti mancano come un amico che parte; ne senti nostalgia e hai voglia di rivederla dalla prima puntata. Sì, proprio come certi libri.
Mi è proprio capitato questo con Suburra-la serie. La stagione finale è composta da solo sei puntate e in poche ore riesce a concentrare tante tensioni e sorprese, senza annoiarti come potrebbe fare una serie da otto o dieci stagioni in cui, alla fine, le idee sono poco e il tentativo di allungare il brodo non ripaga.

Per chi ha seguito la serie e ha visto il film si è fatto mille domande per come il rapporto tra i due protagonisti Spadino (Giacomo Ferrara) e Aureliano (Alessandro Borghi) si evolva in maniera così crudele. L’amicizia tra i due personaggi è così complessa ma sincera che non riuscivo a capacitarmi del motivo per cui poi, nel film, possa essere cessata così. Tra l’altro il rapporto tra Aureliano e Spadino mi piace, soprattutto mi è molto simpatico il personaggio di Giacomo Ferrara con tutte le sue debolezze e contraddizioni, che il giovane attore interpreta in modo autentico e mai banale.
Mentre nel film tutti sono vittime degli eventi e dei loro vizi, e seguono un copione fatto di distruzione e violenza, nella serie il libero arbitrio la fa da padrone. Lo vediamo con Amedeo (Filippo Nigro) e la sua discesa agli inferi per poter salire i gradini del potere; con Lele (Eduardo Valdarnini) e la sua scelta estrema. Nella terza stagione i personaggi si delineano in e anche le alleanze. Il rapporto tra Spadino e Aureliano incrinata quando lo zingaro manifesta i suoi sentimenti, nella terza stagione si salda ma nel momento in cui si dovrà scegliere tra sentimenti e potere, quale sarà la decisione?

E a proposito di legami, da non sottovalutare le due protagoniste femminili della serie, Nadia (Federica Sabatini) e Angelica (Carlotta Antonelli), due ragazze che hanno avuto una vita difficile, sono cresciute troppo presto e in un clima di violenza; mentre Nadia sceglie l’uomo con cui stare, ad Angelica le viene imposto un matrimonio e deve lottare contro il grande sentimento che il marito prova verso l’amico. Si ritrovano a collaborare e a scegliersi come amiche, come alleate di vita, sognando qualcosa che forse è più grande di loro, del loro essere donne in un mondo violento.
Da apprezzare la scelta degli autori di scrivere un finale alternativo al film dato che l’epilogo di Suburra, personalmente, mi aveva lasciata perplessa e insoddisfatta. A parte l’effetto sorpresa, i personaggi della serie vivono una vita parallela a quella del film, con l’alternativa a determinate scelte, uno sliding doors che alcuni personaggi meritano. E poi, fatemelo dire, Aureliano è uno dei pochi personaggi in cui Alessandro Borghi, oltre ad affascinarci con le sue espressioni drammatiche, strappa un sorriso, sarà grazie a Giacomo Ferrara?
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