Dopo il lockdown a causa del periodo non proprio felice che stiamo vivendo, in Italia i cinema hanno iniziato a riaprire solo di recente e la Disney ha mandato in sala “Onswald”, cartoon che sta riscuotendo un certo successo. Diversamente ha fatto con il film più atteso: il live-action sulla eroina della Cina Mulan tratto dal classico omonimo del 1998.
La Disney infatti ha caricato il film sulla piattaforma Disney+ ed è visibile agli abbonati aggiungendo un costo di 29,99$ per l’accesso VIP oltre a quello dell’abbonamento a partire dal 4 settembre. Questo vale anche per l’Italia, sebbene i cinema siano aperti, pagando il costo aggiuntivo di 21,99€ mentre a partire dal 4 dicembre sarà disponibile gratuitamente per tutti gli abbonati.

TRAMA: In un villaggio della Cina Imperiale vive Hua Mulan insieme alla sua famiglia. Essendo una ragazza, l’unico modo per portare onore e lustro alla famiglia è quello di sposarsi e diventare madre, ma lei è dotata del Chi ossia l’energia vitale che attraversa tutti gli esseri e che le permette di essere abile e agile nei combattimenti. Nel mentre, i Rouran invadono il paese e l’Imperatore ordina che un uomo di ogni famiglia si arruoli nell’esercito imperiale. Hua Zhou, il padre di Mulan, è gravemente infortunato a una gamba e rischia di non fare più ritorno. Così la ragazza, nottetempo, decide di prendere il posto di suo padre e parte alla volta dell’accampamento imperiale.
Il film, diretto da Niki Caro, a differenza degli altri live-action, si allontana dallo stile fiabesco per percorrere la via del realismo, seguendo maggiormente lo stile della “Ballata di Hua Mulan” il racconto originale da cui è tratto sia il classico che il film, pertanto non sono presenti né il draghetto Mushu e il grillo Cri-Kee, gli antenati e né le canzoni. Di quest’ultime si sentirà l’instrumental come sottofondo per le scene, togliendo “Riflection” (la colonna sonora) la quale la si sentirà molto spesso.

Gli unici elementi fantasiosi che però hanno voluto aggiungere sono le Fenice, che compare a Mulan nei punti critici del film, e la Strega Xian Lang (interpretata da Gong Li). Di quest’ultimo purtroppo mi sento di non darle particolare elogio in quanto come personaggio l’ho trovato piuttosto inutile: è solo un pretesto per fare in modo che Mulan (interpretata da Liu Yifei) capisca bene quale sia il suo ruolo.
Essendo un film Disney le scene di combattimento non sono particolarmente violente e hanno un leggero tocco wuxia, lo stile “cappa e spada” orientale, con i caratteristici combattenti che riescono a fare mosse di arti marziali anti-forza di gravità. I costumi li ho trovati molto ben fatti mentre per quanto riguarda le scene alcune le ho trovate molto suggestive e ricche di significato, soprattutto quando Mulan inizia a combattere come Mulan e non come Hua Jun (nome con il quale si fa chiamare all’interno dell’accampamento), mentre meno ricca di pathos, per me, è stata la scena in cui la protagonista prende l’armatura del padre, resa molto meglio nel cartone, aiutata soprattutto dalla musica.
Altre scene, invece, le ho trovate abbastanza forzate solo perché succedono nel classico come quella della mezzana, resa dinamica e comica nel cartoon grazie alla presenza di Cri-Kee, ma resa in maniera forzatamente movimentata nel film.
La figura del capitano Li Shang è stata sostituita da quella di Chen Honghui (interpretato da Yoson An), un soldato di suo pari grado con il quale la protagonista interagisce durante l’addestramento e che mostra si e no un leggero interesse.
La cosa che mi è dispiaciuta è questa sensazione di vedere come Mulan sia interessata ma poco sicura di Chen perché ormai c’è la convinzione che la donna forte, la “guerriera” e l’indipendente non deve essere interessata all’amore.
Bellissimo il messaggio finale: la devozione alla famiglia, il saper onorare la propria famiglia tramite le proprie capacità.
Infine, posso concludere dicendo che il film è molto godibile, da vedere con tutta la famiglia e con gli amici sia come storia a sé stante che come live-action del cartoon del 1998. Se dovessi dargli un voto sarebbe la sufficienza piena!
a cura di Amando Libri

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