“Abbiamo paura di essere giudicati, paura che se vi apriamo la porta del nostro mondo, voi entriate a gamba tesa a trasformarlo nel vostro”
È così che si sente il Capitano, diciassettenne gravemente disabile, alle prese con l’adolescenza e con sentimenti tumultuosi.
Molte le tematiche di questo libro, ma in primis sicuramente la disabilità e l’adolescenza, due temi che si fondono e si intersecano perfettamente.
In ogni breve capitolo, narrato come come se fosse una pagina di diario costellata da persone che orbitano attorno al nostro protagonista, l’autrice introduce un insegnamento di vita dai valori universali, raccontandolo “tra le righe”.
Adolescenti con i tipici problemi degli adolescenti (disabili o no) si scontrano con la vita, e il Capitano, con i suoi pensieri, sfoglia poco a poco quelle corazze (o maschere per dirla alla Pirandello) che l’età impone.
C’ è la paura della solitudine, dell’emarginazione dal gruppo, ci sono i problemi con i genitori, troppo presenti/troppo poco presenti, c’é il bullismo, la violenza e infine un sentimento difficile da gestire come l’amore.
Con una narrazione pulita e semplice, dai lievi tratti ironici, l’autrice ci porta nel mondo visto con gli occhi e con l’anima di un ragazzo con una grave disabilità ma dotato di una mente pura e brillante.
Sono meno di 200 pagine che vanno lette, capite e interiorizzate.

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