Un romanzo di formazione, di ricerca di sé stessi e di un ideale, in meno di 200 pagine troviamo mille concetti universalmente condivisibili.
Il cammino intrapreso dal protagonista è il passaggio, inevitabile per lui, da Ultimo Romantico al Novi Hominem ovvero colui che vuole dare nuova luce e nuova speranza a chi si è accorto di essere nient’altro che un uomo.
“Ma quando facciamo i piani, Dio ride”

Il Marco adolescente, alle prese con la sua timidezza e con il suo primo (e unico) amore è di una dolcezza unica e spiazzante, e questa tenerezza l’ho provata in effetti in ogni esperienza della sua vita,
Marco può essere molte persone diverse, superuomo, Ultimo Romantico, Novi Hominem, tutte queste “entità” lo guidano e lo sostengono nella sua vita quotidiana ma per quanto mi riguarda lo bloccano anche molto. Tutti questi dettami che lui s’impone li ho percepiti un po’ come una “coperta di Linus” ( l’autore non me ne voglia).
Arianna è in tutta la narrazione, la chiave di volta del divenire di Marco.
La scrittura di Giovanni è estremamente interessante, ricca di pathos, lineare e filosofica al tempo stesso.
Penso che con una seconda rilettura si possano scoprire ancora nuovi stimoli!

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