Sono interessato al genere thriller e m’imbatto casualmente in una nuova uscita di Caterina Franciosi. Il tarlo che mi rode in testa è legato a una sinossi decisamente stringata, però in fondo sono solo cinquantotto pagine: corro il rischio e procedo con l’acquisto.
Sinossi: Portland, 1962. New Orleans, 2011. Una nonna, una nipote. Un racconto di affetti e drammi familiari, di tradimento e speranza, di amore, ma soprattutto di resilienza femminile. Due storie che diventano una. E che la pioggia segna e ricorda.
La narrazione si svolge in parallelo tra il presente della ventunenne Melanie a New Orleans e l’oscuro passato di sua nonna Evelin, a Portland. La generazione intermedia è stata spazzata via dall’uragano Katrina nell’agosto del 2005, lasciando cicatrici indelebili nell’esistenza delle due superstiti. Cosa spinse invece la giovane Evelin a lasciare l’amato Maine nel lontano 1962?
In pochissime pagine, la giovane autrice traccia uno spaccato amarissimo degli Stati Uniti ai tempi della crisi missilistica di Cuba. Razzismo e necessità di salvare le apparenze appaiono come i valori dominanti della classe dirigente, ancorata ad una anacronistica visione neocolonialista. Le paure della nonna per quanto successo cinquant’anni prima rivivono nella figlia a mezzo secolo di distanza. Sofferenza e speranza, assimilazione forzata e resilienza. L’autrice mischia sapientemente tutti questi ingredienti realizzando un mini thriller ad elevato impatto psicologico. Da antologia la principale scena d’azione, reale spartiacque del libro. Ben caratterizzati tutti i personaggi, in particolare Mildred, l’amica lucida di Evelin. In ultima analisi, tre euro spesi bene.
“C’era stato un tempo in cui Eveline aveva amato quegli occhi. Un tempo in cui ci aveva creduto. Sperato. Vissuto.”
Giudizio:5/5
Dati
Lunghezza: 58 pagine
Editore: Delos Digital
Genere: Thriller
Pov: Terza persona
Categorie:Gialli & Thriller, Libri, Senza categoria
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