“Questa nostra stupida storia d’amore” è il nuovo romanzo d’amore di Mariana Zapata, maestra indiscussa degli amori che crescono lentamente, uscito con Newton Compton a fine febbraio.
Trama: Lenny ha chiuso con il passato. E soprattutto ha chiuso con Jonah Collins. C’è stato un tempo in cui credeva che fossero fatti per stare insieme. Ma poi lui è sparito. Non è servito a niente tentare di contattarlo con messaggi, e-mail o telefonate. Jonah non si è fatto vivo quando aveva bisogno di lui e adesso Lenny ha smesso di preoccuparsene. O di pensare ai suoi splendidi occhi… Ora è concentrata sulle cose che contano davvero. Come la palestra di suo nonno, che deve essere rimessa in sesto. L’ultima cosa al mondo di cui ha bisogno è che Jonah irrompa di nuovo nella sua vita come un uragano, sconvolgendo di nuovo ogni cosa. È finita tra loro e non c’è nulla che lui possa fare per convincerla del contrario. Pensava di essere stata molto chiara in proposito. E se invece lui non avesse ricevuto il messaggio?
“Questa nostra stupida storia d’amore” è uno di quei libri che non riesci a smettere di leggere. La storia si sviluppa lentamente e pagina dopo pagina ti senti sempre più attratto e coinvolto. Lenny è davvero forte. Una donna molto particolare. Campionessa di Judo, esperta di MMA e altri titoli importanti, gestisce una palestra di famiglia insieme a nonno Gus e Peter, le due persone che l’hanno cresciuta con amore.
Nella vita ha pochi affetti, solo loro due e Luna la sua migliore amica, ma quando ama qualcuno lo fa con tutto il cuore ed è pronta a lottare per loro contro ogni ostacolo. Ed è grazie a loro e alla sua forza d’animo che decide di rimboccarsi le maniche ed essere una brava mamma per quella creaturina nata da un amore improvviso.
“E allora? Ecco cosa mi ero chiesta all’epoca, una volta deciso di tenere Mo. E se anche il papà della bambina non voleva esserci? E se anche avessi dovuto crescerla senza di lui? Avevo trent’anni, non sedici, mi ero detta. Avevo un nonno, un Peter, una Luna, una sorella di Luna, un Ripley, due Cooper. Avevo degli amici. Ero stata cresciuta da una comunità e lo stesso sarebbe valso per mia figlia.”
Anche perché, come si intuisce dalla trama, Jonah sparisce nel nulla per parecchi mesi scatenando in Lenny un’ira funesta (e molto divertente per noi lettori).
La situazione cambia drasticamente quando Jonah fa la sua comparsa sulla scena. L’ira di Lenny non diminuisce di una virgola ma, pur non volendo, è costretta a fare i conti con una verità innegabile: lui è il padre di sua figlia.
Ora è tutto nelle mani di Jonah. Ora che non ha modo di scappare e conosce la verità deve fare una scelta. Indovinate quale?
“O sei dentro o sei fuori. Bum. Ci fissammo, occhi negli occhi. I miei, grigi, cercavano di scavare nei suoi biondo miele. Come fosse una gara – che non avrei perso, poco ma sicuro. Non quando c’era in gioco Mo. Nonno Gus era stato un ottimo squalo bianco per me. Peter un cazzo di ippopotamo che quatto quatto uccideva più gente di un leone. E mi avevano cresciuta in modo che credessi in me stessa, che fossi capace di difendermi. C’era un motivo se mi chiamavano Lenny il Leone da quando avevo quindici anni. Mi sarei trasformata in Freddy Krueger se necessario. Diventare il peggiore incubo di qualcuno non mi dava il minimo problema.”
Per quanto dagli epiteti pochi lusinghieri e molto fantasiosi nati dalla mente di Lenny Jonah sembri un perfetto idiota, in realtà non lo è.
Anzi, è il ragazzo perfetto. Dolce, affettuoso, onesto. Sembra un gigante buono.
Anche i personaggi secondari mi hanno colpito. Soprattutto nonno Gus e Peter, li ho trovati incredibili. Tutti vorrebbero un nonno Gus nella propria vita!
«Nonno Gus va ad ammazzare qualcuno. Vuoi venire con me? Mi aiuti a seppellire papà?».
Alcune scene mi hanno fatto ridere, altre mi hanno commosso molto, insomma si provano davvero un turbinio di emozioni.
Per concludere, ho trovato lo stile della Zapata diretto e schietto, a tratti scurrile ma non volgare, divertente e originale. Una lettura assolutamente consigliata.
Genere: Romance
Edito: Newton Compton
Pagine: 414
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