Ho scelto di iniziare la recensione di questo romanzo con una frase che, credo, possiamo condividere in tanti.
Siamo sul finire dell’Ottocento il gentiluomo Claudio Spillari si allontana dalla sua residenza a Grosseto per raggiungere la città di Roccaviva.
Proprio a Roccaviva c’è la villa di famiglia ereditata dai suoi genitori in cui ha trascorso la sua infanzia e adolescenza.
Dovrà incontrare un potenziale acquirente avendo deciso di venderla.
“… Ogni casa in cui abbiamo vissuto custodisce in sé un pezzo del nostro cuore”
In poco più di 80 pagine l’autore ha saputo raccontare con raffinatezza e delicatezza i tormenti dell’anima, quel senso di smarrimento che ognuno di noi ha provato almeno una volta nel corso della vita.
Un viaggio, quello del nostro protagonista, che non sarà solamente fisico, ma soprattutto psicologico.
Grazie ad una lettera, ritrovata per caso da Claudio in un cassetto, il suo cuore, muto da troppo tempo, ricomincerà a battere.
La lettera e’ di Costanza, il grande amore dei suoi 20 anni.
“… Sopravvivono dentro ognuno di noi ricordi, misteri e radici che riaprono talune fessure di luce nelle notti oscure dell’anima…”
Claudio, rivivendo il suo passato, affronterà un percorso di rinascita e noi insieme a lui.
“.. Ognuno di noi è come una pianta, che nasce, cresce e muore, Ma talvolta ciò accade prima che si riesca a giungere a piena maturazione.Tuttavia sono convinto che, in un modo o nell’altro, in questa o nell’altra vita, una sorta di giustizia e di ricompensa regoli in modo savio Il destino di tutti gli uomini…”
Un romanzo intenso e introspettivo che scaverà nel profondo dei nostri cuori, scritto con una penna che sa di antico.
Perché spesso comprendere il passato può regalarci la serenità del presente e farci vedere la vita con occhi diversi, con gli occhi della speranza e della rinascita
4/5

Genere: Narrativa storica
Edito: Tempra Edizioni
Pagine: 96
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