Alberto Bambini è un regista, sceneggiatore e musicista nato a Lucca nel 1971. Dopo aver lavorato per anni nel mondo della musica Dance collaborando con major come EMI, Sony Music e Universal, nel 2017 ha iniziato a scrivere, curando anche la regia e la produzione, il cortometraggio Thriller dal titolo LUCINDA”, opera prima selezionata in moltissimi festival di genere internazionali e premiata come “Best Narrative Short” al Los Angeles Film Award 2018, “Best actress” all’Insòlito Film Festival di Lima (Perù), “Best Make-up” al FI-PI-LI di Livorno. Nel 2019 gira il suo secondo cortometraggio Thriller dal titolo “THREE” con unica protagonista l’attrice italiana Melania Dalla Costa, ha recentemente vinto premi importanti all’estero come al Los Angeles Film Awards. Attualmente, Bambini ha deciso di aprire una casa di distribuzione chiamata “ Vivi Distribution”. Presto sarà sul set del suo primo lungometraggio “ Heloise”.
Ringraziamo Alberto Bambini per questa intervista a Life Factory Magazine. Potrebbe raccontarci qualcosa di sé?
Sono un regista che ama raccontare le emozioni e le paure dell’essere umano. Credi nel potere dell’arte di poter unire le persone e le generazioni. Nel mio piccolo, con il lavoro che faccio, anche con la mia nuova casa di distribuzione “ Vivi Distribution” spero di poter condividere e far conoscere tanti bei cortometraggi, documentari di giovani promesse del cinema italiano. Credo moltissimo nell’arte e nella scoperta dell’arte.
Lei è regista, sceneggiatore e musicista. Tre modi diversi di vedere il cinema, in quale si trova più a suo agio?
Sono complementari, da parte mia non c’è una visione predominante. Ogni arte ti permette di andare a fondo su determinati aspetti che possono essere poi fusi all’interno di una sola idea.
I cortometraggi “Lucinda” ed “Three” sono dei thriller, mentre con “Heloise” si stacca nettamente in quanto è un lungometraccio dove più sensazioni e sentimenti s’intrecciano. Ce ne vuole parlare?
Heloise sarà un lungometraggio, ci sarà spazio per poter inserire varie sfumature e tematiche che nei precedenti cortometraggi erano solo state sfiorate. Sarà interessante approcciarmi ad una storia del genere con personaggi che sapranno toccare alcuni sentimenti ed emozioni umane, difficili da spiegare. In questi mesi, ho lavorato a lungo sulla stesura della sceneggiatura per non lasciare nulla a caso. Ogni personaggio e ogni linea narrativa sarà ben curata e studiata. Non vedo l’ora di poter iniziare le riprese.

I cortometraggi che ha diretto sono frutto della sua penna?
Si, entrambi. È stato un lavoro molto intenso e soddisfacente. Quando racconti e scrivi determinate storie, riesci anche ad esorcizzare le tue paure, le tue emozioni. Quando scrivo storie del genere è come se sciogliessi tutti i nodi che mi porto dentro. È davvero bello poter rendere vive le storie che si immaginano. Vederle prendere forma attraverso attori e immagini è la soddisfazione più grande.

Ultimamente stiamo riscoprendo la voglia di immergerci in film sulla Prima e Seconda Guerra Mondiale. L’ultimo della serie è 1917 vincitore di tre premi Oscar. Ha mai pensato di intraprendere un progetto con base storica?
L’idea di raccontare una storia basata su ambientazioni passate mi affascina moltissimo. Chissà che prima o poi non capiti l’occasione giusta. Sono contento che un film come 1917 abbia ottenuto la consacrazione che meritava. Film del genere ci spingono a parlare della storia passata che spesso molti ancora sottovalutano. È importante raccontare il passato per poter guardare al meglio nel futuro.
Grazie mille Alberto Bambini per questa intervista
a cura di Stefania P. Nosnan
Categorie:Cinema, interviste
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