In questi giorni si legge e sente tutto e il contrario di tutto riguardo il Coronavirus. L’arrivo in Italia, e la sua conseguente diffusione, era previsto e pressoché inevitabile, in quanto il virus è molto contagioso.
I dati disponibili al momento raccontano di 80% forme lievi (simil influenzali), il 20% forme più serie (polmonite, problematiche respiratorie) e una mortalità totale di circa il 2.5%, che dipende moltissimo dall’età e da eventuali patologie pre-esistenti (circa 0.4% sotto i 40 anni, fino al 14% negli ultra 90enni).
La malattia è quindi sì più seria dell’influenza stagionale, ma non è l’ebola: oltre il 95% dei contagiati guarisce. Perché allora è così importante contenere i contagi?
Per 3 motivi:
- Come detto, il virus si trasmette più facilmente rispetto a quello dell’influenza, per cui ogni ammalato contagerà più persone a parità di contatti.
- Gli anziani, che abbiamo visto essere i più a rischio in caso di infezione, non sono vaccinati per questo virus, mentre lo sono, o almeno dovrebbero esserlo, per l’influenza stagionale.
- Le forme più serie a volte richiedono ricovero in rianimazione, ma è chiaro che se questo virus si diffondesse quanto quello dell’influenza non ci sarebbero posti letto per tutti. Se si limitano i contagi, l’epidemia sarà più piccola e più lenta e ci saranno tempo e spazio necessari per curare gli ammalati più gravi in ospedale e rimandarli a casa lasciando il posto ad altri, senza ingolfare i reparti.
Il nostro sistema sanitario sta facendo tutto il possibile, ma è importante che tutti collaborino.
Non si ripeterà mai abbastanza quello che ognuno di noi può fare: lavarsi spesso le mani, evitare di portarle a bocca e naso se non lavate, tossire e starnutire in un fazzoletto monouso (da buttare subito) o all’interno del gomito, evitare di uscire di casa e frequentare luoghi pubblici in presenza di sintomi.
Una precisazione sulla mascherina chirurgica: va usata da chi ha sintomi per ridurre lo spandimento dei virus nell’ambiente, ma è inutile per i sani, perché non sufficiente a evitare l’ingresso di virus.
Ricordo che per dubbi o domande, anche su come comportarsi in caso di contatti o passaggio in zone a rischio è attivo il numero nazionale 1500, oltre a numeri verdi diversi di regione in regione e ai vostri medici di famiglia.
In conclusione: niente panico, non siamo all’apocalisse, ma collaborazione e prudenza da parte di tutti.
Articolo a cura della Dottoressa Selene Francesca Manfrè
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