Abbiamo il piacere di intervistare Raimondo Rossi, meglio conosciuto come Ray Morrison è uno dei volti più conosciuti nell'ambito della fotografia di moda. Umbro di nascita, vive fra Perugia, Roma e, appena può, Los Angeles. I suoi interessi sono svariati quali i corsi di teatro, la danza contemporanea e la fotografia. Nel 2012 viene
chiamato, nel ruolo di modello per indossare degli abiti di un designer emergente. Successivamente viene accreditato e invitato, come blogger e fotografo di reportage, in tutte le fashion weeks italiane,
e poi, allo stesso modo, a Parigi e Los Angeles. Maturata un’esperienza di numerosissime sfilate e backstages, si dedica ora, o in maniera indipendente o con British Thoughts, Sir-K e 3D Magazine, a lavori di styling, direzioni creative o fotogiornalismo. Fra le note più importanti ricordiamo la cover su GQ.com.cn, le numerose menzioni su Getty Images, selezionato per lo styling personale, e l’inserimento fra le “10 icone di stile” su NZZ Magazine, e fra i lavori più interessanti una direzione artistica e styling per l’Accademia di Costume e Moda di Roma.
In questa 5 risposte per 5 domande scopriamo meglio il suo talento.
Buongiorno Raimondo, la ringrazio di essere tra le nostre pagine. Che cosa l’ha spinta a intraprendere la strada della fotografia e cosa significa, per lei, essere fotografo?
Buongiorno a voi. Innanzitutto, è un piacere essere qui con LifeFactory Magazine. La fotografia è nata un po’ per caso, avevo fatto un corso di fotografia e mi è venuto il desiderio di vedere i backstage degli eventi, soprattutto per raccontare le storie dei dietro le quinte. Dopo aver iniziato alcuni reportage, ho notato che il mio modo di fare foto veniva sempre di più apprezzato, sia da persone non del settore, sia da professionisti più qualificati, prima di tutto le selezionatrici di Vogue Italia. Ho così delineato quello che per me significa la fotografia e preso coscienza del mio “occhio” fotografico. Oggi, le cose che contano sono per me ritrarre la realtà senza filtri e renderla interessante per quello che è, non importa se si parla di un semplice e umile volto o di una importante architettura. Quello che conta è che la foto mi faccia entrare in un’altra realtà, voglio viverci dentro e sentirla parlare.
Quando ritiene che una foto è “la foto”? Il complimento più bello è stato quello di Raffaele Tommaso, che mi ha detto: “Sai, quando guardo le foto delle persone che ritrai, mi sembra che quelle persone mi parlino”. Ecco, è questo per me il valore dello scatto. La stessa cosa per immagini senza persone: è entrare in un film. Ricordo con piacere anche il commento di Giovanni Gastel su uno dei miei ritratti: “C’è Raimondo in questa foto”. Questo è importante: ogni cosa che faccio, anche nelle direzioni artistiche con altri fotografi, voglio che sia mia, autentica e mai ispirata da altri.
Per lavoro si divide tra l’Italia e Los Angeles, ma dove effettivamente si trova a casa sua? Entrambi i posti hanno parti di me, ed io di loro. Il sole e l’energia di Los Angeles però, hanno su di me un grande potere. Essere lì accelera la mia dinamicità, e anche il mio apprendere. Essere in realtà diverse da quelle in cui sei cresciuto aiuta a vedere le mille bellezze delle diversità e delle storie degli altri.
Qual è la foto che vorrebbe scattare e non è ancora riuscito a farlo?
Ce ne sono mille. Mille le persone che ancora vorrei ritrarre. E nel ritrarle, vorrei catturare l’attimo in cui ascoltano la loro canzone preferita e pensano al loro amore più grande. Ecco, è lì che vorrei andare vicinissimo, e prendere dei dettagli che ho in mente. Queste sono le foto a cui mi dedicherò appena posso. Se vogliamo fare nomi, per ritratti, qualche personaggio che per me rappresenta una ispirazione. Per esempio Andy Ruiz, un esempio di stereotipi completamente infranti, in quel caso nello sport.
Vive e lavora nel mondo della moda e della bellezza; si può affermare che quest’ultima è un passaporto per qualcosa in più o finalmente nel 2020 si può dire “ce l’ha fatta grazie al cervello, l’intraprendenza e alle sue capacità”?
Credo che abbiate colto il segno. Cervello, intraprendenza e capacità sono gli ingredienti per potersi ricavare uno spazio e una identità artistica. Solo cervello e intraprendenza è ovvio che possono portare risultati limitati, se non si hanno capacità. Ma nel 2020 anche avere talento ma chiudersi in casa e mai mostrare il proprio lavoro, purtroppo non porta a nulla. Credo che un bilancio sia la cosa che, nella realtà, sia quella più attuale. Riguardo al mondo della bellezza e moda, si, un po’ ti permette di incontrare gente da tutto il mondo e questo è interessante.
Life Factory Magazine La ringrazia per il suo tempo: Grazie a voi, felice di essere scelto dal vostro magazine per questa bella intervista. A prestissimo.
Categorie:Fotografia
Rispondi