Irene Cao: scrivere è un atto d’amore, un dono, non una dimostrazione di bravura

Scrivere è un atto d’amore, un dono, non un dimostrazione di bravura.

Oggi sono felice di ospitare nella sezione interviste del magazine, Irene Cao, artista a tutto tondo che mi ha affascinata da subito con la sua trilogia erotica Io ti guardo, Io ti sento, Io ti voglio, pubblicata da Rizzoli nel 2013, esordio che porta la sua penna in altri 14 paesi esteri. Attraverso quelle pagine, Irene, ha la capacità di trasportare il lettore in un viaggio spirituale all’insegna della bellezza, mostrando ogni sfaccettatura dell’amore, anche quelle invisibili ad occhio nudo, ma che si possono sentire con il semplice tocco.
Non voglio aggiungere altro, so che Irene Cao, saprà incantarvi con le sue parole, anche con queste semplici risposte.

“Hai sconvolto il mio mondo e lo hai acceso per un breve, magnifico istante. Poi la luce si è spenta e tutto è tornato buio. Più buio di prima.”

Tratto da Io ti Sento

La tua trilogia “Io ti guardo, Io ti sento, Io ti voglio” è stata annunciata come il caso editoriale dell’estate del 2013, facendoti guadagnare il podio come la prima autrice italiana di erotico. Come è nata la storia di Leonardo e Elena?

È nata da un melograno, che un giorno di inizio autunno ho visto cadere da un albero… da quel piccolo particolare è scattata la scintilla per dare forma sulla carta a una dirompente e tormentata storia d’amore che ha affascinato migliaia di lettrici in Italia e all’estero. Da un melograno, dal mio amore per Venezia, Roma e le isole, infine dalla mia tenacia nel tenere viva una fiammella che ho sentito crepitare nella pancia un giorno d’inverno di tanti anni fa. Quella fiammella ha continuato ad ardere, dando vita a un sogno fortemente desiderato.

Nei tuoi romanzi “l’arte”, intesa in qualsiasi forma, è un po’ il collante delle tue storie. Come mai questa scelta e che importanza ha l’arte nella tua vita?

Amo profondamente l’arte, a 360 gradi. Se parliamo di arte pittorica, sono affascinata dal Rinascimento italiano e dal Classicismo. Arte e cibo – Elena fa la restauratrice, Leonardo è uno chef stellato – mi sono sembrati da subito il connubio perfetto per guidare il lettore, oltre i meandri della passione che lega i due protagonisti, in un vero e proprio viaggio nella cultura italiana. Mi viene poi facile e naturale parlare di arte e Bellezza, perché sono ingredienti che danno sostanza ai miei giorni e ne sono continuamente alla ricerca.

Quale genere prediligi nella lettura? E quanto tempo dedichi alla scrittura?

Leggo pochi romanzi (pochi ma buoni, prediligendo autori italiani) e moltissimi saggi, soprattutto a sfondo filosofico. Insomma, un libro deve parlarmi all’anima per interessarmi davvero. Quando inizio a scrivere un romanzo, la scrittura mi assorbe totalmente, vado in una specie di “ritiro dal mondo”. Ma poi tra un romanzo e l’altro può passare anche un anno intero senza che scriva, perché scrivere mi affatica, non lo trovo un gesto piacevole o rilassante. Diventa terapeutico nel momento in cui libero parti del mio privato sui miei taccuini, scrivendo a mano: ne ho più di cinquanta e prego che nessuno mai ne venga in possesso, mi vien da dire con una certa ironia…

A ottobre è uscito il tuo film, Onyria. Raccontaci qualcosa di questo progetto: come è nato? Qualche “dietro alle quinte” che ti ha fatto pensare di aver commesso una follia?

Onyria – the Dream of Love è stato un esperimento visionario che ho voluto fare per mettermi alla prova come regista e attrice. Prima di diventare scrittrice coltivavo il sogno di “fare qualcosa” in ambito cinematografico, ma poi lasciai fare al destino e dedicai tutte le mie energie allo scrivere. Ecco, dopo 7 romanzi, volevo provare a raccontare qualcosa con le immagini e non con le parole: in Onyria sono i silenzi e le immagini a parlare, insieme alla mia ossessione per i dettagli. Il film, chiamiamolo così, è visibile sul mio canale YouTube: è un viaggio tra le città e le suggestioni che hanno ispirato i miei romanzi, un viaggio che mescola più piani narrativi. Non va compreso, va semplicemente assaporato.
Durante le riprese ho pensato spesso che stessi commettendo una follia, perché mi sono occupata di una miriade di aspetti – ma questo deve saper fare un regista! – , sentivo addosso una tensione incredibile e in alcuni attimi ho pensato “ora mollo tutto!”, ma poi ha agito quella che io chiamo “l’energia del sognatore”, quella forza magica che ti fa fare le cose più impensate. Di annedoti “dietro alle quinte” ce ne sarebbero davvero tanti, tipo camminare scalza a Milano alle tre di notte per girare una scena piuttosto complessa, o, vestita da sposa, farsi divorare da ogni tipo di insetto in un prato di campagna con 40 gradi all’ombra, dormire tre ore a notte (quando andava bene!) per tre settimane di fila… eppure rifarei tutto, perché il set mi dà un’energia come poche altre cose, sul set non sento la fatica e tutto mi sembra possibile anche quando non lo è.

Al giorno d’oggi sono tanti gli autori emergenti che cercano di farsi notare. Se potessi dargli un consiglio, quale sarebbe?

Scrivete con onestà e senza voler dimostrare quanto siete bravi a scrivere. Scrivere è un atto d’amore, un dono, non una dimostrazione di bravura. Servono storie semplici ma potenti, storie che con un linguaggio semplice possano raccontare la vita.

Progetti e novità che ci accompagneranno nel nuovo anno?

In questo 2019 ho seminato tantissimi progetti nuovi, che spaziano tra letteratura, cinema, radio, podcast e tv. Insomma di novità ce ne saranno tante, a partire dal mio sito rinnovato e un blog… per scaramanzia non voglio svelare di più, mi preparo a raccogliere nel 2020, augurando a me stessa e a chi leggerà questa intervista che possa essere un anno meraviglioso.

Ringrazio di vero cuore Irene Cao, per aver accolto la mia richiesta di intervistarla con grande entusiasmo e voi, per aver passato qualche istante insieme a noi.

XOXO

ELISA C.



Categorie:Autori, Case editrici, interviste, Libri

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