Sono passati più di 15 anni dalla morte di Marco Pantani, uno degli avvenimenti più tristi nella storia del ciclismo. Le Iene hanno intervistato Fabio Miradossa (lo spacciatore che ha venduto l’ultima dose di cocaina a Pantani), il quale non ha dubbi sulla morte del Pirata, avvenuta mentre Marco alloggiava nella stanza D5 del residence “Le Rose” di Rimini.

” Ho conosciuto Marco Pantani al Pineta, bevendo un drink insieme. Nell’inverno fra il 2003 e il 2004 acquistava cocaina solo da me, perché così non rischiava che si venisse a sapere. Chi l’ha ucciso non voleva farlo, ma è stato ucciso. Non so perché all’epoca giudici, polizia e carabinieri non siano andati a fondo. Hanno detto che Marco era in preda al delirio per gli stupefacenti, ma io sono convinto che Marco quando è stato ucciso era lucido. Marco è stato al Touring, ha consumato lì e quando è ritornato al Residence Le Rose era lucido. “

Tante, troppe domande senza alcuna risposta. Merita indubbiamente tali risposte mamma Tonina, che da quel maledetto 14 febbraio 2004 non si da pace e cerca chiarezza a tutti i costi. Miradossa nel prosieguo dell’intervista ha continuato dicendo di ritenere improbabile un eventuale suicidio del pirata, e si è soffermato su alcuni particolari che non tornano, come gli evidenti segni di sniffate: ” Marco non sniffava cocaina, era una cosa che gli faceva schifo. Lui la fumava e in quella stanza c’è solo traccia di cocainomani che sniffavano. Chi ha creato quella situazione non era informato bene. Tracce di fumatori di crack non ne ho viste, come bottiglie di plastica, carta argentata, bicarbonato per preparare il crack. Aveva prelevato 20000 euro a Milano. Al PM ho detto “cercate i soldi” perché in quella camera chi ha ammazzato cercava i soldi. Io sapevo di quei soldi perché erano per me, per la cocaina. Erano un po’ per un debito vecchio e un po’ una fornitura. Ciro Veneruso, un mio corriere, è andato al residence a portargli la droga perché io ero a Napoli per il compleanno della mia nipotina. Si è visto con Marco, ha fatto lo scambio ma non ha avuto i soldi, tanto tra a me e Marco non c’erano problemi, ci saremmo sistemati in un’altra occasione. Il mio uomo ha portato a Pantani credo 15-20 grammi. Non si può morire per 15-20 grammi di cocaina, perché per chi fuma crack non sono davvero 15-20 grammi ma meno.”
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