“Solo insieme possiamo raggiungere ciò che ciascuno di noi cerca di raggiungere” (Karol Theodor Jaspers)
Perché il nome Jaspers?: “La scelta del nome Jaspers è un omaggio al Filosofo e Psichiatra tedesco Karl Theodor Jaspers: quale nome se non quello di uno psichiatra per rappresentare sei pazzi?Abbiamo, fin dal primo concerto, portato sul palco il concept del “manicomio”, ognuno con un proprio alter ego e un diverso costume di scena. Ne è nato subito il primo disco, “Mondocomio”, un concept album completamente incentrato sulla pazzia e sulla malattia mentale dei giorni nostri.”
Come vi siete conosciuti?: “Ci siamo conosciuti quasi per caso… eravamo tutti studenti presso il CPM Music Institute di Milano e tra i corridoi, un po’ per gioco e un po’ per scherzo, abbiamo iniziato a provare, selezionandoci vicendevolmente come i più pazzi della scuola.”
Come è formata la band e da quanto tempo esiste?: “La band è attiva da 10 anni precisi (2009) ed è composta da Fabrizio Bertoli (voce), Giuseppe Zito (voce), Erik Donatini (basso) Eros Pistoia (chitarra), Francesco Sgarbi (tastiere), Joere Olivo (batteria).”
Qual è l`incontro più bello o emozionante che il mondo dello spettacolo, vi ha riservato?: “Sicuramente poter collaborare a Londra con Cass Lewis degli Skunk Anansie, una grande emozione. Poi quello con Franco Mussida (PFM), con Luca e Paolo e i tantissimi artisti con cui ogni settimana suoniamo a quelli che il calcio.Siamo felici di vedere come, più si sale in notorietà, più la maggior parte degli artisti ha un un atteggiamento di rispetto, stima e umiltà.”
Davanti a voi ci sono dei giovani artisti e hanno bisogno di un vostro incoraggiamento o di una dritta per iniziare o andare avanti nel mondo dello spettacolo, cosa vi sentite di consigliare?: ” Credo che la cosa più importante sia essere uniti sempre con il proprio team, ascoltarsi e crederci fino in fondo, sempre e profondamente. Superare le difficoltà ed essere sempre molto molto umili.”
Come è stato il vostro debutto (anche se oramai siete dei veterani), in QUELLI CHE IL CALCIO?: “La prima puntata è stata molto emozionante, al tempo per noi era un’esperienza nuovissima, quella televisiva. È stata una forte emozione per tutti, eravamo molto felici ed entusiasti! Ora la viviamo con totale spensieratezza e siamo tranquillissimi anche durante la diretta, nonostante i 2 milioni di telespettatori che ci guardano”.
Come è nata la collaborazione con la RAI?: “Siamo stati chiamati a due mesi scarsi dalla messa in onda per un colloquio molto informale, gli autori avevano già visto in rete dei nostri video e hanno avuto molti feedback positivi da diversi addetti ai lavori.La conferma è arrivata a meno di un mese dalla messa in onda,con noi in vacanza non ci potevamo credere, siamo subito tornati a Milano per iniziare a provare e a prepararci”.
Il vostro ruolo in QUELLI CHE IL CALCIO è eseguire la sigla, ma non solo… Raccontateci un po’ : “Il nostro ruolo a quelli che il calcio è quello di suonare la sigla iniziale e finale (“Palla di neve”, un nostro brano, contenuto anche nell’ultimo album appena uscito), tutti gli stacchetti pubblicitari, stacchetti di interazione coi comici, le parodie con Luca e Paolo e gli artisti ospiti, che variano da settimana in settimana. C’è sempre molto lavoro da fare, ma viene vissuto con molta tranquillità, si è creato un bel team con tutto il cast e siamo davvero contenti di farne parte.”
Che rapporto avete con il calcio?: “Giuseppe e Joere sono molto tifosi, gli altri meno, alcuni seguono la nazionale, altri sono totalmente digiuni di calcio.”
Come è nata la collaborazione con Luca e Paolo per L’Happiness?: “Stavamo lavorando a “L’Happiness” con Franco Mussida e, confrontandoci tra di noi, ci è sembrata una grande idea poter coinvolgere Luca e Paolo! Loro hanno accettato con piacere ed entusiasmo (sono venuti a cantarla con noi anche alla nostra data zero a Milano); per noi che siamo cresciuti con la comicità di Luca e Paolo è stata una bella soddisfazione vederli in studio con noi”.
Al di fuori di questa collaborazione con Luca e Paolo, quali sono i vostri progetti per futuro?: “Continuare a suonare, sempre e comunque! Scrivere brani, fare tour e tutto quello che la musica può offrire! Portare la nostra musica a più persone possibile, magari negli stadi… ci stiamo lavorando”.
Ricordiamo che potete seguire i Jaspers su i loro profili social:
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Grazie da Life Factory Magazine ❣️
Ringraziamo Ph. Chiara Sardelli, per le foto dei Jaspers usate in questa intervista.
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