La prima immagine che ci troviamo sul grande schermo è di un’immensa distesa di neve, poi in lontananza i fari di uno spazzaneve che procede spedito tra questa coltre bianca. Scenari stupendi, montagna innevate e una cascata con i suoi segreti. Il film è un ottimo remake trasportato in America.
Il film narra un dramma familiare e nel suo interno convergono altri drammi paterni. Un mix che si amalgama molto bene e che solo alla fine si riesce a comprendere. La pellicola regala allo spettatore suspanse, umorismo e ironia; un’ironia leggermente macabra, che però non guasta.
La trama: Nels Coxman (Liam Neeson) è stato da poco nominato Cittadino dell’Anno di Kehoe, piccola località sciistica del Colorado, per il suo esemplare lavoro come spazzaneve e per la sua rettitudine. Il Vichingo (Tom Bateman) è il boss del cartello locale, nonché padre salutista e convinto “business man” del crimine, rispettoso di un rigido codice di regole. Le loro strade si incrociano quando il figlio di Nels muore di una sospetta overdose di eroina: a Nels è chiaro che si tratta di omicidio e così si imbarca nella folle e incosciente impresa di vendicare i responsabili della morte del figlio, e, sulla strada per arrivare al vertice del cartello farà fuori implacabilmente tutti i suoi membri. Il vortice di violenza sistematica che scatena è colorato dall’ironia del vedere trionfare su un gruppo di professionisti del crimine “un uomo tranquillo” e inesperto in materia di esecuzioni e vendetta.
Se all’inizio lo spettatore rimane basito, con il passare del tempo riesce ad entrare in sintonia con il protagonista e la sua voglia di vendetta. I ruoli femminili sono marginali. Sicuramente Liam Neeson conferma la sua ottima recitazione e il ruolo appare disegnato appositamente per lui.
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